L’anno è già stato ricco di eventi per l’alleanza mediatica formata da Jeff Bezos, Amazon e Washington Post.
Lunedì, Oliver Darcy della newsletter Status ha riferito che molti dipendenti del Washington Post rischiano licenziamenti imminenti: perdite di posti di lavoro che sembrano essere collegate alla cancellazione di 300.000 abbonamenti in seguito alla decisione di Bezos. , proprietario del Post dal 2013, per bloccare il previsto sostegno a favore di Kamala Harris.
Durante il fine settimana, la fumettista vincitrice del Pulitzer Ann Telnaes si è dimessa dopo che la sua vignetta, raffigurante Bezos e altri dirigenti tecnologici che offrono sacchi di soldi a una statua di Donald Trump, non è stata accettata. stato pubblicato. Un Topolino bonus è stato mostrato a faccia in giù, a simboleggiare il recente pagamento di restituzione della Disney al presidente eletto.
Cosa ci riserva il 2025?
Nel frattempo, nella seconda metà del 2025, il servizio di streaming Prime Video di proprietà di Amazon presenterà un documentario “dietro le quinte” sulla vita di Melania Trump.
Melania, che riacquisterà il suo status di first lady dopo l’insediamento di Trump il 20 gennaio, sarà la produttrice esecutiva di questo documentario, che non sembra essere un’indagine approfondita. Questo ritratto senza dubbio lusinghiero verrà trasmesso nei cinema americani e su Prime, che si è dichiarata “felicissima di condividere questa storia davvero unica”.
Il progetto, il cui titolo non è stato ancora rivelato, sarà diretto da Brett Ratner, accusato nel 2017 di comportamento sessuale inappropriato da parte di sei donne, cosa che lui contesta.
Per quanto riguarda l’inaugurazione, Amazon è stata una delle tante aziende ad annunciare a dicembre l’intenzione di contribuire – da parte sua, con un milione di dollari (circa 960.000 euro) – al finanziamento dell’evento. La società ha anche affermato che trasmetterà l’evento in streaming su Prime Video come parte di un’ulteriore donazione di 1 milione di dollari per il servizio di abbinamento.
Il fondatore di Amazon potrebbe non essere l’unico dirigente tecnologico che cerca di ingraziarsi Trump, come suggeriva la vignetta respinta, ma sembra certamente essere pienamente impegnato nel compito. Entro la fine di gennaio potrebbero arrivare prove chiare del suo status al di là della satira.