Nella prima puntata del podcast “Hanno vissuto Charlie”, franceinfo ripercorre la mattinata del 7 gennaio 2015, dalle prime testimonianze alle cronache in diretta fino al .
Pubblicato il 01/06/2025 05:30
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“Hanno vissuto Charlie” dà voce in sei episodi ai testimoni della tragedia del 7 gennaio 2015, quando due terroristi, i fratelli Kouachi, fecero irruzione nei locali di Charlie Hebdo e ha aperto il fuoco nel bel mezzo di una conferenza editoriale. L’attacco provoca 12 morti. franceinfo voleva sapere quale traccia avesse lasciato questa tragica giornata nella memoria delle persone. Perché dieci anni fa, in un’ondata repubblicana di proporzioni storiche, milioni di francesi si mobilitarono dietro queste parole: “Io sono Charlie.”
Questa mattina del 7 gennaio 2015, erano le 11:53 quando franceinfo ha annunciato che era appena scoppiata un’intensa sparatoria nel quartiere Richard-Lenoir, nel cuore di Parigi. Vincent Justin lavorava nell’edificio dove furono sparati i primi colpi. È stato lui ad allertare la redazione radiofonica e, molto rapidamente, a testimoniare in diretta. Dieci anni dopo, ricorda questa tragedia, scolpita nella sua memoria: “È stata una situazione molto, molto veloce e molto confusa, prima che capissimo cosa fosse successo.” Intorno alle 11,30, i fratelli Chérif e Saïd Kouachi hanno fatto irruzione in questo edificio della tranquilla rue Nicolas-Appert che ospita Charlie Hebdo, al secondo piano. Nel mirino c’era la redazione del giornale satirico. Hanno sparato con i fucili d’assalto prima di fuggire.
Mathilde Lemaire era allora giornalista presso il servizio giornalistico di franceinfo, è stata una delle prime ad andarci. “È una giornata di giornalismo abbastanza tranquilla e c’è un caporedattore di Franceinfo che viene a trovarci e dice: sembra che stia succedendo qualcosa nei locali di Charlie o in quel settore.” In diretta descrive l’agitazione, i servizi di emergenza, gli agenti di polizia che delimitano il quartiere. Vengono elencati i primi nomi delle vittime. Cabu, Charb, Wolinski, Tignous… L’emozione è immensa e lo slogan “Je suis Charlie” sta dilagando sui social network. Un raduno spontaneo si forma in Place de la République, mentre scende la notte su Parigi. “In uno slancio di solidarietà e condivisione, tutte queste persone anonime portano curiosamente lo stesso nome, quello di Charlie”, descrive il giornalista di franceinfo sul posto.
In totale, i fratelli Kouachi uccisero dodici persone, tra cui otto membri della redazione di Charlie Hebdo (Cabu, Charb, Honoré, Tignous, Wolinski, Elsa Cayat, Bernard Maris, Mustapha Ourrad), un responsabile della manutenzione dell’edificio (Frédéric Boisseau), un visitatore invitato alla conferenza di redazione (Michel Renaud), l’ufficiale di polizia incaricato della protezione dei Charb (Franck Brinsolaro) e una guardia di pace (Ahmed Merabet) uccisi sul Boulevard Richard-Lenoir durante la fuga dei due terroristi. L’attacco ha provocato il ferimento di undici persone, quattro delle quali in modo grave. Simon Fieschi, webmaster del sito, rimasto gravemente disabile dopo l’attentato, è morto nell’ottobre 2024.
Archivio sonoro: Martin Boudot, agenzia “Premières Lignes”.
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