“Hanno cercato di seppellirci. Non sapevano che eravamo semi. Questo proverbio degli attivisti messicani del XIX secolo potrebbe illustrare la reazione nazionale seguita all’attacco a Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015. Sostegno illustrato da tre parole erette come slogan contro l’oscurantismo: “Je suis Charlie”. È successo dieci anni fa. I fratelli Chérif e Saïd Kouachi hanno assassinato a Parigi dodici persone, tra cui otto membri della redazione del giornale satirico, già minacciati dopo aver pubblicato caricature del profeta Maometto.
A Brest, come ovunque in Francia, quattro giorni dopo questa tragedia dalle conseguenze mondiali, è stato lanciato un appello a riunirsi per delle “marce repubblicane”. La folla ci sarà: si raduneranno almeno 65.000 persone, da Place de la Liberté fino in fondo a Rue de Siam. Mai visto prima, nemmeno nel periodo d’oro del maggio 68 o nelle manifestazioni del movimento “Brest Debout”, a metà degli anni ’90: diversi raduni per denunciare un piano di licenziamenti all’Arsenale riunirono 10.000, 15.000 e fino a 25.000 persone in le strade di Brest.
Questo 11 gennaio 2015, nel gelo di un inizio d’anno che nessuno immaginava così sordido, il dramma al Bataclan undici mesi dopo è attualmente inimmaginabile, il minuto di silenzio è rispettato altrettanto raramente. Nel silenzio assordante alcuni misurano la forza resiliente di un popolo unito nella stessa tristezza. Tutte le generazioni, tutte le origini, tutte le credenze sono insieme in un rispetto che si misura con l’evento. Si alzano i segni “Je suis Charlie” in lettere bianche su sfondo nero, altri brandiscono una matita, simbolo di questa libertà di espressione attaccata e terrorizzata.
La moschea fiorita
Prendendo in giro i terroristi, alcuni lasceranno fiori quel giorno davanti alla moschea di Brest, allora situata in rue Victor-Pengam.
Sono trascorsi più di 3.600 giorni dall’indicibile. Charlie Hebdo continua la sua opera satirica, che piaccia o meno il suo umorismo aspro. Anche per questo quattro milioni di persone, di cui 400mila in Bretagna, hanno fatto la comunione: per la libertà di scherno, per la laicità, per la libertà. Era dieci anni fa, era ieri.
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