Place de la République, dalla comunione “Je suis Charlie” a baluardo di una sinistra urbana e comunitaria

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NARRATIVA – L’11 gennaio 2015, 2 milioni di parigini hanno marciato sotto il patronato della statua della Repubblica per rendere omaggio alle vittime degli attentati di Parigi. Charlie Hebdo e Hyper Cacher. Una parentesi per questo luogo diventato, negli anni, l’epicentro di una sinistra di protesta che parla solo ai convinti.

Con il braccio alzato, Marianne proietta lo sguardo dritto davanti a sé, verso l’orizzonte. Senza risentimento, accetta, senza dire una parola, che un manipolo di temerari cavalchi ancora una volta i suoi 25 metri di bronzo scintillante. Forse perché, questa volta, gli intrepidi hanno altre ambizioni oltre a ricoprirlo di etichette anarchiche e graffiti rivoluzionari di ogni tipo? In controcampo: una folla immensa, matite, candele, bandiere francesi, cartelli con la scritta “Je suis Charlie” e occhi umidi.

Quella domenica 11 gennaio 2015 le immagini dell’affollata Place de la République fecero il giro del pianeta. Le cifre della mobilitazione sono così enormi che non ci dicono nulla. Vedi cosa guadagna 1 milione di persone? A Parigi, sono il doppio, e quasi 4 milioni, riuniti in tutta la Francia per rendere omaggio alla memoria delle 17 vittime della serie di attentati islamici del 7, 8 e 9 gennaio, questi giornalisti di Charlie Hebdo agenti di polizia e francesi di fede ebraica uccisi nell’attacco all’Hyper Cacher alla Porte de Vincennes. « Possiamo dire che lei [la place] cambiato status o che ha davvero trovato il suo, nel bene e nel male. E purtroppo è stato il peggio »ha riassunto il sindaco di Parigi Anne Hidalgo Liberazione nel 2016.

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