Un duro colpo per i risparmiatori: il tasso del Livret A, attualmente al 3%, scenderà a “intorno al 2,5%” il 1° febbraio, ha annunciato lunedì il ministro dell’Economia, Éric Lombard, durante la sua visita a France Inter. Questa decisione, che riguarderà milioni di francesi, segna il primo calo di questo tasso dal 2020.
Perché questo calo? Inflazione in forte calo
Questa revisione al ribasso si inserisce in un contesto di marcato calo dell’inflazione, scesa all’1,3% nel novembre 2024, rispetto al 3,5% di un anno prima. La formula per calcolare il tasso del Livret A si basa in parte sull’evoluzione dei prezzi negli ultimi sei mesi e per l’altra metà su un tasso di cambio tra le banche. È quindi questo meccanismo che giustifica una riduzione al 2,5%, cifra che dovrà essere confermata una volta che a metà gennaio saranno disponibili i dati definitivi sull’inflazione di dicembre.
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Il ministro ha ricordato che la decisione finale si basa su una proposta del governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, che dovrà decidere in base alla formula normativa o discostandosi leggermente da essa. “Il tasso del Livret A scenderà, ma l’inflazione è diminuita drasticamente”, ha affermato Éric Lombard, cercando di mettere in prospettiva l’impatto di questa decisione sul potere d’acquisto dei francesi.
Un posizionamento ancora popolare nonostante tutto
Fissato al 3% dall’inizio del 2023, il tasso del Livret A aveva beneficiato di un rialzo in un contesto di inflazione galoppante. Ma con l’imminente declino, i risparmiatori vedranno diminuire il rendimento dei loro risparmi. Nonostante tutto, questo investimento rimane molto apprezzato dai francesi, offrendo un quadro fiscale vantaggioso e una garanzia di capitale, a differenza di altri tipi di investimenti.
Quale impatto per i risparmiatori?
Per un deposito medio di 5.800 euro su un Livret A, questo taglio del tasso comporterà una riduzione di circa 29 euro della remunerazione annua. Anche se ad alcuni questo importo può sembrare modesto, esso evidenzia tuttavia la relativa perdita di potere d’acquisto dei risparmiatori in un contesto in cui i prodotti finanziari a basso rischio offrono rendimenti simili o addirittura superiori.
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