Macron invita l’Ucraina a “discussioni realistiche” sul suo territorio

Macron invita l’Ucraina a “discussioni realistiche” sul suo territorio
Macron invita l’Ucraina a “discussioni realistiche” sul suo territorio
-

Lunedì il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato gli ucraini a “condurre discussioni realistiche sulle questioni territoriali” per trovare una soluzione al conflitto causato dall’invasione russa nel 2022, in un contesto sfavorevole a Kiev sul campo di battaglia.

Interrogando la futura amministrazione americana su tutte le questioni diplomatiche, attaccò anche il capo dell’, soprattutto in Germania.

“Gli ucraini devono portare avanti discussioni realistiche sulle questioni territoriali e solo loro possono guidarle”, ha dichiarato Macron davanti agli ambasciatori francesi riuniti all’Eliseo, avvertendo che non ci sarà “nessuna soluzione rapida e facile”. La Russia ha infatti conquistato circa il 20% del territorio ucraino e negli ultimi mesi ha accelerato la sua avanzata verso est.

Gli europei dovranno comunque “costruire garanzie di sicurezza” per l’Ucraina, ha affermato il capo dello Stato, sottolineando che Washington dovrà aiutarli “a cambiare la natura della situazione e convincere la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati”.

Da settimane circolano congetture sulle condizioni dei futuri negoziati di pace, a causa del ritorno, il 20 gennaio, alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha promesso di porre fine rapidamente alla guerra, senza specificare come.

Kiev spera in decisioni forti ma teme anche un calo del sostegno americano, visto che il presidente eletto ha più volte criticato i miliardi di dollari forniti a Kiev.

Una “capitolazione dell’Ucraina non può essere positiva per europei e americani”, ha insistito Emmanuel Macron, giudicando che la “credibilità” degli occidentali sarebbe “minata” se accettassero di “compromettere” a causa della “stanchezza” riguardo al conflitto.

– Iran, “sfida principale” –

Di fronte agli ambasciatori, il presidente, che ha fissato la road map della politica estera francese per il 2025, ha anche indicato l’Iran come “la principale sfida strategica e di sicurezza per la Francia, gli europei, l’intera regione e molto altro ancora”. al di là.”

“L’accelerazione del suo programma nucleare ci porta molto vicini al punto di rottura”, ha aggiunto, prima di denunciare il coinvolgimento di Teheran “nella guerra della Russia contro l’Ucraina” e il suo “sostegno a gruppi pericolosi” in Medio Oriente.

“L’Iran è un rischio se li lasciamo (gli iraniani) fuori dal quadro” e sarà una priorità nel dialogo con la futura amministrazione Trump, ha affermato, sostenendo un accordo nucleare iraniano “esigente” e ampliato, che è ancora oggetto di discussione delle discussioni tra Teheran e le grandi potenze.

Sulla Siria, dopo la caduta di Bashar al-Assad, fuggito all’inizio di dicembre dopo aver governato il suo Paese con un regime ferreo per 20 anni, il capo di Stato francese ha invitato a “guardare senza ingenuità al cambio di regime” e ha promesso di non abbandonare i combattenti curdi, alleati dell’Occidente nella lotta al jihadismo.

La Francia sosterrà “a lungo termine” la transizione a favore di “una Siria sovrana, libera e rispettosa della sua pluralità etnica, politica e confessionale”, ha insistito.

I primi passi di Ahmad al-Chareh, il leader del gruppo islamico radicale Hayat Tahrir al-Sham (HTS) che guidava la coalizione che ha preso Damasco, sono oggetto di un attento esame. Venerdì ha ricevuto i capi della diplomazia francese e tedesca, Jean-Noël Barrot e Annalena Baerbock, in un incontro senza precedenti a questo livello con funzionari occidentali.

– Polonia ospite d’onore –

Dal canto suo, lunedì sera Barrot terrà una conferenza stampa con il suo omologo polacco Radoslaw Sikorski, ospite d’onore della 30a edizione della conferenza degli ambasciatori.

La Polonia, che sostiene fortemente la vicina Ucraina e funge da asse logistico per gli aiuti militari occidentali, ha assunto la presidenza di turno dell’Unione Europea dal 1° gennaio.

La conferenza degli ambasciatori, appuntamento fondamentale della diplomazia francese che si svolge ogni anno tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, non ha potuto svolgersi nel 2024 a causa dei Giochi Olimpici in Francia, sollevando interrogativi e aggravando il disagio che affligge il Ministero degli Affari Esteri.

Nel 2022, una riforma che prevedeva l’abolizione dei due storici organi della diplomazia francese ha suscitato una protesta interna, con i diplomatici che temevano una perdita di competenze da parte della terza rete globale, dietro a quella di Stati Uniti e Cina.

Il progetto di bilancio 2025, non ancora adottato a causa della crisi politica in Francia, prevede un calo del 4,3% per l’azione esterna dello Stato, a 3,3 miliardi di euro.

La quota degli aiuti allo sviluppo, gestiti sempre dal Quai d’Orsay, è scesa del 23%, a 2,4 miliardi.

fff-vl-cf-cl/dab/bds

-

PREV Nel mese di novembre le assicurazioni sulla vita hanno raccolto 4 miliardi di euro
NEXT Perché la star si è ritrovata imbrigliata alla Torre Eiffel alle 3 del mattino del giorno prima della cerimonia delle Olimpiadi di Parigi?