L’ex direttore di Charlie Hebdo, Philippe Val, torna 10 anni dopo sull’attentato che provocò 12 morti nel gennaio 2015. Crede che pubblicare le caricature di Maometto facesse parte della “sopravvivenza della libertà di stampa”.
Il giornalista ed ex direttore editoriale del quotidiano Charlie Hebdo, Philippe Val, torna questa domenica 5 gennaio con Le Parisien sugli attentati che colpirono il settimanale dieci anni prima. Dice di “non pentirsi” di aver pubblicato le caricature di Maometto nel 2006, quando i terroristi avevano preso di mira il giornale a causa di questi disegni.
“Non me ne pento, andava fatto”, sostiene.
“Era una questione di sopravvivenza della libertà di stampa. Lo disse allora lo stesso Cabu (caricaturista ucciso nel 2015, ndr). Ho riunito tutto lo staff di Charlie per chiedere loro un parere e se solo uno non avesse voluto non avremmo pubblicato”, assicura ancora, anche se spiega che è dal 2006 che deve “vivere sotto protezione”.
Dodici morti
Il 7 gennaio 2015, i fratelli Chérif e Saïd Kouachi, francesi di origine algerina che avevano giurato fedeltà ad Al-Qaeda, entrarono nella redazione del giornale satirico e uccisero 12 persone.
Dopo due giorni di ricerca, sono stati uccisi da una squadra d’intervento del GIGN in una tipografia a Dammartin-en-Goële (Seine-et-Marne), dove si erano rifugiati.
Il settimanale era stato bersaglio di minacce jihadiste sin dalla pubblicazione delle caricature del profeta Maometto nel 2006.
La manifestazione dell’11 gennaio, un “grande evento politico”
Dieci anni dopo gli attentati e la manifestazione “Je suis Charlie” dell’11 gennaio 2015 che ne è seguita, Philippe Val deplora che questo grande raduno, che ha visto 4 milioni di persone scendere nelle strade di Francia con la presenza a Parigi di numerosi leader di paesi stranieri stati, non è stato menzionato durante le elezioni presidenziali del 2017.
“Come se avessimo dimenticato questo importante fatto politico”, ha detto.
Ritenendo che probabilmente i politici non volessero sollevare “ondate”, parla di un “abbassamento morale” del Paese.
“Ci è mancato qualcosa” sulla laicità
Philippe Val si dice preoccupato per il rapporto con la libertà di espressione in Francia, ritenendo “che ci sia mancato qualcosa” in termini di insegnamento della laicità alle generazioni più giovani.
“La maggior parte degli intellettuali si arrende a coloro che si pongono come arbitri del buon gusto e della moralità”, lamenta. “Per sfuggire al mostro preferiamo dargli da mangiare nella speranza che ci risparmi quando sarà il momento”, lamenta il giornalista.
“Dire ‘non dobbiamo stigmatizzare’ o ‘sono lupi solitari’ non significa riconoscere la realtà”, giudica.
Deplorando l’influenza dei social network, che considera dannosa, sostiene: “siamo qui per dire che il corpo dell’altro è una realtà, la sua vita una realtà”.
Charlie Hebdo ricorderà martedì 7 gennaio l’attacco islamista che lo decimò dieci anni fa. Per l’occasione uscirà un numero speciale di 32 pagine con caricature su Dio selezionate nell’ambito di un concorso internazionale lanciato a fine 2024.