Sognando il nuovo Palladino: perché Galliani ha scelto Bocchetti. Senza Berlusconi il Monza naviga a vista e dovrebbe diventare l’ennesimo club di Serie A in mani straniere. Fininvest aspetta solo l’offerta giusta, ma ora deve aspettare

Sognando il nuovo Palladino: perché Galliani ha scelto Bocchetti. Senza Berlusconi il Monza naviga a vista e dovrebbe diventare l’ennesimo club di Serie A in mani straniere. Fininvest aspetta solo l’offerta giusta, ma ora deve aspettare
Sognando il nuovo Palladino: perché Galliani ha scelto Bocchetti. Senza Berlusconi il Monza naviga a vista e dovrebbe diventare l’ennesimo club di Serie A in mani straniere. Fininvest aspetta solo l’offerta giusta, ma ora deve aspettare
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Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l’Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale

Salvatore Bocchetti domenica sera era spettatore molto interessato di Monza-Juventus. Era già stato preallertato del fatto che, fosse arrivata un’altra sconfitta, sarebbe diventato lui il nuovo allenatore della squadra che oggi guarda tutti dal basso verso l’alto. Ha osservato attentamente la partita, ha scrutato un Monza che contro una Juventus tutt’altro che impeccabile ha comunque incassato la nona sconfitta stagionale. E poi ha raggiunto la Brianza per firmare il contratto.
Bocchetti ieri ha sottoscritto un accordo valido fino al 30 giugno 2027, lo stesso che aveva con l’Hellas Verona. Non eredita una squadra rassegnata: è un Monza a volte arruffone, spesso impreciso, ma non senza un’anima. Però dieci punti in 17 giornate era bottino troppo magro per andare avanti come se nulla fosse e allora ecco la svolta: Adriano Galliani ha dato il benservito ad Alessandro Nesta quando il panettone era già sotto l’Albero di Natale e ha chiamato un’altra vecchia conoscenza. Una meteora del suo Milan con sole otto presenze nella seconda parte della stagione 2015/16.

Bocchetti è stato chiamato con la speranza che possa subito invertire il trend di risultati negativi. La zona salvezza dista cinque punti: non troppi. Ma ciò che preoccupa è un ruolino di marcia assolutamente insufficiente figlio di una sola vittoria conquistata in 17 partite. La speranza di Adriano Galliani è quella di aver estratto il coniglio dal cilindro, di esser stato protagonista dello stesso colpo di teatro che caratterizzò il primo anno di Serie A dei brianzoli. In quella occasione, dopo una partenza assolutamente insufficiente, il Monza decise di dare il benservito a Giovanni Stroppa – l’allenatore della promozione – per promuovere dalla Primavera Raffaele Palladino. Fu un scelta azzeccatissima.

Tra i due non mancano i punti in comune. Bocchetti e Palladino, napoletani con due anni e sette mesi di differenza, sono entrambi figli calcistici di Gian Piero Gasperini. Hanno giocato insieme nel suo Genoa dal 2008 e dal 2010 e soprattutto dall’allenatore di Grugliasco hanno preso ispirazione per la loro seconda carriera. fisico e ben organizzato, tanti duelli individuali e ancor più agonismo. Bocchetti è stato scelto da Galliani anche perché ha dato garanzie sull’assetto tattico: il Monza ripartirà dal 3-4-2-1. E su questo modulo si baserà anche un mercato che inevitabilmente dovrà portare in squadra un altro centrocampista oltre ad Akpa-Akpro, un vice Djuric e almeno un esterno a tutta fascia.

L’impresa è difficile. Cinque punti da recuperare non sono tantissimi, ma se fin qui ne hai conquistati solo dieci sono tutt’altro che un dettaglio. Numeri che fotografano una situazione complicata e raccontano di una classifica figlia del contesto generale, di una situazione che dalla scomparsa di Silvio Berlusconi è inevitabilmente cambiata. I figli non hanno la stessa passione, per Fininvest oggi il Monza è un peso più che una risorsa ed ecco perché da ormai un anno e mezzo Galliani è dovuto entrare in modalità autogestione. S’è ritrovato costretto a vendere tasselli importanti come Di Gregorio e Colpani per andare avanti. Già, ma quanto può durare?

Meno di due settimane fa Pier Silvio Berlusconi non poteva essere più chiaro: “Noi facciamo un altro mestiere e il calcio è ormai un mondo folle. La nostra volontà è quella di trovare qualcuno che voglia far crescere il Monza come noi vorremmo”. Parole che ribadiscono una volta di più che la società è in vendita, che il Biscione è oggi solo in attesa dell’offerta giusta per il passaggio di consegne. Il problema però è che oggi l’offerta giusta non può arrivare. Se a ottobre si parlava con insistenza di un fondo USA interessato e di una valutazione di circa 100 milioni di euro, oggi senza la minima certezza sulla categoria fare delle stime economiche sul valore del club è pressoché impossibile. Banalmente: se il Monza resterà in Serie A avrà un valore, se retrocederà in Serie B tutt’altro.

Non resta quindi che aspettare, affidarsi al nuovo allenatore sperando in un miracolo in stile Palladino. Il fatto che metà squadra sia in scadenza è un ulteriore segnale che va nella direzione della cessione: darebbe maggiore libertà a un nuovo acquirente di ricostruire il Monza a suo piacimento. Ma ora questo discorso non può che essere congelato: questo girone di ritorno per Bocchetti, Galliani, Fininvest e tutto il Monza varrà molto più di una semplice salvezza.

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