Donald Trump rimette le grinfie sul canale di Panama ed esige pure la Groelandia. Il presidente eletto è già in prima linea sulla politica estera. The Donald imputa ai panamensi di applicare tariffe troppo alte alle navi americane che transitano attraverso il canale e minaccia di chiedere il ritorno di questa gigantesca infrastruttura sotto controllo Usa, se il governo centroamericano non accetterà le sue richieste.
Il canale è passato sotto il totale controllo di Panama con un trattato firmato nel 1970 da tutti e due gli Stati. Ma lui è riuscito, nel suo primo mandato, a imporre a Messico e Canada la cancellazione del Nafta, un trattato di libero scambio che considerava svantaggioso per gli Usa sostituendolo con un accordo che penalizza molto di più i due vicini nordamericani.
Piccolo Stato debole
Usare la prepotenza di una potenza mondiale col piccolo Stato panamense politicamente debole ed economicamente molto dipendente dagli Usa non sarebbe arrestabile.
Nominando il nuovo ambasciatore in Danimarca, Trump ha detto che vorrebbe comprare la Groenlandia, gigantesca isola del grande Nord appartenente a questo piccolo e lontano Stato europeo.
Il tycoon aveva avanzato la stessa richiesta durante il suo primo mandato e, davanti al diniego danese («l’isola non è in vendita») aveva cancellato la sua visita presidenziale a Copenhagen.
Gli Usa ci provano da 150 anni
A partire dal 1867, gli Stati Uniti hanno provato varie volte a comprare la Groenlandia, la più grande isola del mondo che non sia un continente. Un territorio che fa geograficamente parte del Nord America, anche se la sua minuscola popolazione (56 mila abitanti) ha legami storici con l’Europa.
L’isola di ghiaccio ha ampia autonomia di governo, ma dipende dalle risorse finanziarie della Danimarca e, soprattutto, dell’Unione Europea, per la sua sopravvivenza e gli investimenti in infrastrutture.
L’interesse di Trump è evidente: a parte la posizione geostrategica nell’Artico, di fronte alla Siberia russa, la Groenlandia è ricca di oro, argento, rame e uranio e si ritiene che la sua piattaforma offshore nasconda gigantesche risorse petrolifere.