“Pager Plot”: il piano del Mossad contro Hezbollah svelato a ’60 Minutes’

“Pager Plot”: il piano del Mossad contro Hezbollah svelato a ’60 Minutes’
“Pager Plot”: il piano del Mossad contro Hezbollah svelato a ’60 Minutes’
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Due ex agenti del Mossad hanno rivelato i dettagli dietro una delle più audaci operazioni israeliane, il “Pager Plot”, durante un’intervista trasmessa domenica sera su 60 Minutes. L’operazione, eseguita il 17 settembre 2024, ha visto la vendita a Hezbollah di migliaia di cercapersone manomessi e successivamente fatti esplodere dal Mossad, causando caos e gravi perdite per l’organizzazione terroristica.
L’operazione affonda le sue radici oltre dieci anni fa, quando il Mossad iniziò a introdurre dispositivi manipolati tra le fila di Hezbollah. Come raccontato da “Michael”, un ex ufficiale operativo del Mossad, inizialmente vennero utilizzati walkie-talkie. “Un walkie-talkie era un’arma, al pari di un proiettile o di un missile,” ha dichiarato Michael. All’interno della batteria era nascosto un ordigno esplosivo fabbricato in Israele. “La tecnologia era così sofisticata che il dispositivo sembrava completamente normale agli occhi degli acquirenti”.
Negli anni successivi, il Mossad creò un sistema complesso di società di copertura per infiltrarsi nel mercato e vendere questi dispositivi senza destare sospetti. “Abbiamo creato un mondo fittizio” – ha spiegato Michael. “Siamo registi, produttori e attori principali; il mondo è il nostro palcoscenico”. Con il tempo, il Mossad si accorse che Hezbollah utilizzava ancora largamente cercapersone per comunicazioni critiche, poiché considerati dispositivi semplici e difficili da intercettare. Nel 2022, l’organizzazione si concentrò quindi su questi apparecchi, modificandoli per includere esplosivi e garantendo che rimanessero completamente funzionali. Abbiamo testato ogni dispositivo con attenzione, assicurandoci che l’esplosione colpisse solo il portatore, evitando danni collaterali” ha spiegato “Gabriel”, un altro ex agente coinvolto nell’operazione.
Per rendere i cercapersone più appetibili, il Mossad lanciò una campagna di marketing con video pubblicitari falsi su YouTube che promuovevano i dispositivi come “robusti, resistenti alla polvere e impermeabili”. Nonostante lo scetticismo iniziale dei superiori, che ritenevano il design troppo ingombrante, gli agenti riuscirono a convincerli dell’efficacia del piano.
Il 17 settembre 2024, alle 15:30, il Mossad ha attivato da remoto i cercapersone esplosivi distribuiti in Libano. Le vittime hanno ricevuto un messaggio criptato che le invitava a premere due pulsanti per attivare una presunta funzionalità del dispositivo, innescando invece l’esplosione. Tuttavia, come spiegato da Gabriel, anche senza premere i pulsanti i dispositivi sarebbero esplosi. “Il giorno dopo, la gente aveva paura persino di accendere i condizionatori d’aria, temendo che potessero esplodere” ha ricordato Michael. Il Mossad ha poi riattivato i walkie-talkie manipolati, dormienti da oltre un decennio. Alcuni di questi sono esplosi durante i funerali delle vittime dei cercapersone, amplificando l’impatto psicologico dell’operazione. Complessivamente, l’azione ha ferito circa 3.000 membri di Hezbollah, ne ha uccisi 30 e ha lasciato l’organizzazione nel caos.
Nonostante il successo strategico, l’operazione ha sollevato domande sull’etica di queste azioni. Alla domanda della giornalista Lesley Stahl su come questa operazione influenzasse la reputazione morale di Israele, Gabriel ha risposto: “Prima difendi il tuo popolo, poi pensi alla reputazione”. Tuttavia, per molti l’operazione è stata definita un capolavoro di guerra psicologica. “Non possiamo usare di nuovo i cercapersone, ma ora Hezbollah dovrà continuare a indovinare quale sarà la nostra prossima mossa” ha concluso Michael. “Abbiamo dimostrato che possiamo colpire ovunque e in qualsiasi momento” ha dichiarato Gabriel. “E ora, il nemico vive nella paura di ciò che potrebbe accadere domani”.

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