Blake Lively ha intentato una causa contro il suo co-protagonista Justin Baldoni, sostenendo di averla molestata sessualmente sul set del suo film di successo.
Le star di “È finita con noi” hanno appena iniziato la loro battaglia legale, con la Lively che accusa Baldoni, che ha anche diretto il film, di aver condotto “uno sforzo coordinato per distruggere la sua reputazione” dopo l’uscita del film. Afferma che questa campagna ha danneggiato i suoi affari e causato alla sua famiglia “grave disagio emotivo”.
Finisce con noi, un dramma sulla violenza domestica basato sul romanzo bestseller di Colleen Hoover, presentato in anteprima nelle sale quest’anno. All’epoca si sparse la voce di una rottura tra la Lively e la Baldoni, ei due si rifiutarono di presentarsi insieme agli eventi promozionali del film.
La Lively ha anche dovuto affrontare un’ondata di cattiva pubblicità, inclusa quella di essere soprannominata una “cattiva ragazza” dopo che un giornalista ha affermato che un’intervista imbarazzante con lei l’ha portata a lasciare il lavoro, secondo il New York Post.
L’avvocato di Baldoni, Bryan Freedman, ha negato con veemenza le accuse di Lively, dicendo a TMZ che la causa era un tentativo di “aggiustare la sua reputazione negativa”. Ha definito le affermazioni “false, scandalose e intenzionalmente oscene con l’intento di ferire pubblicamente” e ha accusato Lively di essere un “incubo” sul set.
Tuttavia, la causa di Lively dipinge un quadro diverso, sostenendo che le azioni di Baldoni hanno creato un ambiente di lavoro insostenibile durante le riprese. Afferma che le cose sono andate così male che è stata convocata una “riunione collettiva” per affrontare quello che lei descrive come un ambiente di lavoro ostile.
Suo marito, Ryan Reynolds, partecipò a questo incontro teso, dove Lively e Reynolds fecero diverse richieste. Questi includevano il non mostrare più video o immagini di donne nude a Lively, non più menzionare la presunta precedente “dipendenza dal porno” di Baldoni e non più discutere di conquiste sessuali in sua presenza.
Hanno anche insistito affinché Baldoni non facesse domande sul peso di Lively o menzionasse il suo defunto padre.
Lively ha anche chiesto che non venissero aggiunte più scene di sesso, sesso orale o climax davanti alla telecamera oltre lo scopo della sceneggiatura che aveva inizialmente approvato. Secondo la causa, queste richieste sono state approvate da Sony, lo studio dietro il film.
Lively e Baldoni si scontrarono successivamente su come commercializzare il film. Lively voleva un tono più positivo che mettesse in risalto la resilienza del suo personaggio, mentre Baldoni ha spinto per concentrarsi sulla violenza domestica.
Lively sostiene che Baldoni e i suoi alleati si sono impegnati in una campagna di “manipolazione sociale” per “distruggere” la sua reputazione. Come prova, include i testi dell’addetto stampa di Baldoni a un addetto stampa dello studio, affermando che l’attore “vuole sentirsi come se (la signora Lively) potesse essere sepolta”.
Per ironia della sorte, le voci sulla faida tra Lively e Baldoni non hanno fatto altro che alimentare l’interesse per il film, uscito negli Stati Uniti ad agosto. La tensione tra loro ha contribuito a generare pubblicità, che ha contribuito al successo del film. Ha incassato più di 350 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando un successo al botteghino.
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