François Desquesnes difende i prestiti alle città valloni: “Ogni famiglia e ogni impresa deve capire che non possiamo vivere di credito”

François Desquesnes difende i prestiti alle città valloni: “Ogni famiglia e ogni impresa deve capire che non possiamo vivere di credito”
François Desquesnes difende i prestiti alle città valloni: “Ogni famiglia e ogni impresa deve capire che non possiamo vivere di credito”
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“Questa non è una soluzione”, ha lamentato Nicolas Martin (PS), sindaco di Mons. Intervenendo a La Libre, si è rammaricato in particolare “della mancanza di consultazione da parte del governo che, con questa decisione, costringe noi a pagare al posto del governo federale”. “Ciò che non è corretto è considerare, come fa il ministro, che siamo cattivi gestori, dobbiamo tuttavia sapere che i costi di gestione della città di Charleroi sono inferiori alla media”, ha affermato il suo assertivo Thomas Dermine (PS); il sindaco di Charleroi.

Per François Desquesnes, ministro vallone degli enti locali, questo prestito della Regione è soprattutto “un forte gesto di sostegno”. “Dire che il governo vallone non è dalla parte delle grandi città valloni in difficoltà è un errore. Perché 110 milioni di euro (importo dei prestiti concessi alle città di Liegi e Charleroi, ndr) su bilanci di 700 a 800 milioni, si tratta di un sostegno considerevole. Si tratta di un prestito, certo, ma con un intervento della Regione Vallonia, che paga gli interessi e il 15% del prestito. rimborso della rendita”, ha dichiarato martedì mattina al microfono di Maxime Binet su LN24.

Come possono le città di Mons, Liegi e Charleroi uscire dalla loro precarietà finanziaria?

Respinge l’idea di essere messi sotto controllo e spiega: “Quello che chiediamo alle città è di essere in equilibrio: cioè spese = entrate. Con il prestito della Vallonia. Poi c’è un catalogo delle disposizioni, ma spetta ai Comuni fare le scelte per arrivarci”. Tra queste misure possiamo citare l’istituzione di procedure di recupero automatico dei debiti non pagati, la fine della libera prestazione del personale comunale, la riduzione del 15% degli uffici scabinali, la fine dei servizi messi gratuitamente a disposizione della popolazione o addirittura la fine dello status di personale comunale. “Nell’ambito della loro autonomia municipale, i comuni devono fare delle scelte che permettano loro di equilibrare le uscite e le entrate. Ogni famiglia o ogni impresa deve capire che in un dato momento non possiamo vivere a credito”, ha riassunto François Desquesnes.

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Secondo il Sonégien ci sono tre punti su cui lavorare affinché le città di Liegi, Mons e Charleroi possano uscire dalla loro precarietà finanziaria, causata dalle pensioni degli agenti statutari, dal finanziamento della polizia e delle zone di emergenza e dal peso delle entrate dell’ integrazione. “Bisogna innanzitutto chiedere al governo federale di assumersi le proprie responsabilità. La legge prevede che, per quanto riguarda le zone di emergenza, la metà dei finanziamenti debba essere fornita dal governo federale. Oggi non è così, esiste una forma di solidarietà che deve essere insediato maggiormente nel territorio vallone e che spetta alla Regione”, ha spiegato, prima di sottolineare, per concludere, la responsabilità dei comuni rispetto ai propri spese. Deplora un caso specifico di “spreco di denaro”: “Per esempio, ho detto al sindaco di Liegi, ho ricevuto tre inviti in 15 giorni per andare gratuitamente a teatro a Liegi, dall’assessore alla cultura. Ma bisogna smetterla questa spesa.

Ha concluso affermando che il Piano Ossigeno “non è una soluzione strutturale”, ma “un gesso su una gamba di legno, una bolla di ossigeno che ci permette di far passare due o tre anni”.

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