HA a due giorni dall’ultimo Consiglio europeo dell’anno, la questione ucraina si pone in modo leggermente diverso rispetto all’incontro a Parigi tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky ed Emmanuel Macron. In effetti, il presidente americano ha cominciato a rivelare le sue opinioni. Prima informazione: Donald Trump, in questa fase, non vede l’adesione dell’Ucraina alla NATO e ritiene che l’Ucraina debba fare concessioni territoriali alla Russia. Un duro colpo per gli europei, bloccati su una posizione molto più salda…
Emmanuel Macron sta cercando di ricostruire una posizione unita e centrale dell’Europa che eviterebbe la trappola di una capitolazione ingiusta così come quella di una stagnazione infinita ed estremamente costosa. Il presidente francese ha intensificato i contatti riunendo un arco di paesi direttamente minacciati dalla Russia. Il suo viaggio in Polonia, presso Donald Tusk, rientra in questa strategia. Il presidente francese cerca di fare affidamento anche sui leader dei paesi nordici e baltici. Ogni intervista mira a consolidare un “corpo” di Stati europei in grado di mantenere una posizione equilibrata di fronte agli sconvolgimenti che stanno arrivando.
La tentazione di arrendersi
Si tratta quindi di convincere i 27 a continuare a sostenere l’Ucraina, non più per una vittoria totale ormai illusoria, per metterla sufficientemente in grado di negoziare cedendo il meno possibile a Vladimir Putin. Un atto di equilibrio che deve fare i conti con posizioni europee sempre più divergenti.
Da un lato alcuni stati membri, traumatizzati dalla minaccia russa (i baltici, i polacchi), chiedono che venga mantenuto il sostegno totale a Kiev, con o senza gli americani. D’altro canto alcuni funzionari tedeschi (da qui la telefonata di Scholz a Putin) e italiani si stanno già interrogando sull’opportunità di continuare i finanziamenti in caso di ritiro di Washington.
Garanzie di sicurezza ma senza Nato
Il nuovo presidente americano non nasconde l’intenzione di imporre un cessate il fuoco. Ma a Parigi, Donald Trump, allo stesso tempo, ha riconosciuto la necessità di “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina. Ma non tramite la NATO. Donald Trump preferisce un impegno diretto da parte degli Stati Uniti e degli europei. Una posizione che solleva più domande che risposte. Quale portata possono avere le garanzie di sicurezza se la NATO non viene coinvolta? Tutto resta da immaginare.
Volodymyr Zelenskyj non si accontenterà della ripetizione del Memorandum di Budapest del dicembre 1994 che tormenta le menti della gente. Questo trattato, con il quale l’Ucraina rinuncia alle armi nucleari in cambio delle garanzie territoriali russe, americane e britanniche, si è rivelato un pezzo di carta. “Non due volte”, avvertono gli ucraini.
I vari metodi per congelare un conflitto
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Risposta
Si possono mettere sul tavolo diversi modelli di “conflitto congelato”: il precedente georgiano (in Ossezia), il caso della Moldavia (in Transnistria), l’esempio cipriota o il parallelo coreano. Tante opzioni che impedirebbero a Kiev di riconoscere legalmente qualsiasi perdita territoriale, ma che ratificherebbero Infatti una partizione.
LEGGI ANCHE Donald Trump sta già segnando la differenza con Joe Biden sulla guerra in UcrainaIl prossimo Consiglio europeo dovrebbe aprire la discussione. Emmanuel Macron dovrà convincere i suoi partner che tra estremismo e abbandono una terza via europea è possibile. Il tempo stringe: se l’Europa non riesce a definire una posizione comune prima di un possibile ritorno di Trump, rischia di subire gli eventi senza influenzarli.