Appello urgente all’azione di fronte alle sfide economiche regionali

Appello urgente all’azione di fronte alle sfide economiche regionali
Appello urgente all’azione di fronte alle sfide economiche regionali
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La CEMAC lancia l'allarme di fronte alle sfide economiche dell'Africa centrale. Quali sono le misure chiave adottate durante la sessione straordinaria di Yaoundé per evitare una crisi? È in gioco il futuro della regione…

Di fronte ai crescenti rischi di crisi economica, la Comunità economica e monetaria centrafricana (CEMAC) si è riunita lunedì a Yaoundé in una sessione straordinaria. L’obiettivo: comprendere la portata delle sfide e sollecitare sforzi collettivi e concertati.

Secondo una fonte vicina alla questione, il presidente camerunese Paul Biya ha sottolineato il contesto “particolarmente difficile” e la necessità di azioni concrete per evitare una grave crisi economica e finanziaria nella regione.

Un invito ad agire su più fronti

Il comunicato stampa finale della CEMAC elenca una serie di slogan per affrontare i venti contrari:

  • Prosecuzione delle riforme strutturali
  • Consolidamento del bilancio
  • Prudente politica del debito
  • Gestione dell'esposizione delle banche ai rischi sovrani
  • Rimpatrio delle valute legate alle attività minerarie e petrolifere

Gli Stati membri (Camerun, Repubblica Centrafricana, Congo, Gabon, Guinea Equatoriale e Ciad) hanno riaffermato il loro impegno per una gestione responsabile del debito. Hanno inoltre invitato i loro partner internazionali ad aumentare la mobilitazione di risorse finanziarie per sostenere la trasformazione strutturale della regione.

La sfida del rimpatrio dei proventi petroliferi

Una questione chiave sollevata nel comunicato stampa riguarda il rimpatrio e la domiciliazione dei proventi del petrolio, la principale risorsa della regione. I paesi CEMAC desiderano un maggiore sostegno da parte dei loro partner internazionali in questo processo cruciale per le loro finanze.

Nonostante le recenti voci su una possibile svalutazione del franco CFA, questa delicata questione non è stata affrontata direttamente nel comunicato finale.

Il fragile progresso è minacciato

Sebbene dal 2016 siano stati compiuti progressi nell’attuazione di alcune riforme strutturali, il livello delle riserve valutarie rimane preoccupante. Passato dai 2,3 mesi del 2016 ai 4,6 mesi del 2023, registra un trend al ribasso con prospettive “sfavorevoli” per i prezzi delle materie prime, sottolinea il comunicato.

Un’analisi congiunta del FMI e della Banca Mondiale pubblicata nell’aprile 2024 aveva già suscitato una dura osservazione. Nonostante anni di entrate petrolifere sostenute e di aumento della spesa pubblica, i redditi reali nella CEMAC sono rimasti stagnanti negli ultimi tre decenni. L’economia rimane scarsamente diversificata, troppo dipendente dal petrolio e con un mercato regionale interno ancora non sfruttato. La disuguaglianza di reddito rimane elevata e l’attuazione delle riforme è considerata lenta e stagnante.

Prospettive di crescita contrastanti

Nonostante le politiche di ripresa, la crescita economica regionale è scesa dal 3,3% nel 2022 al 2,3% nel 2023. Dovrebbe attestarsi al 3,7% nel 2024 e poi al 3,0% nel 2025, trainata in particolare dalle performance di Ciad e Camerun, secondo il dossier ufficiale diffuso in data odierna. Yaoundé.

Anche l’inflazione resta motivo di preoccupazione. Al 5,4% nel 2023, la soglia comunitaria non è più rispettata dal 2022, legata all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in seguito alla guerra in Ucraina.

Si prevede che il saldo di bilancio della CEMAC rimarrà in deficit al -0,7% nel 2024 e peggiorerà al -1,9% nel 2025. Questo peggioramento sarebbe dovuto principalmente alla situazione in Gabon, con l'aumento della spesa legata alle riforme e alle misure di sviluppo messe in atto posto dalle nuove autorità del paese.

Un futuro incerto

Questa sessione straordinaria della CEMAC a Yaoundé ha confermato l'urgenza di un'azione collettiva e coordinata di fronte alle sfide economiche e finanziarie della regione. Nonostante siano stati compiuti progressi, la situazione resta fragile e le prospettive incerte.

La capacità degli Stati membri di attuare le riforme necessarie, gestire prudentemente il proprio debito e diversificare le proprie economie sarà decisiva per il futuro. Altrettanto cruciale sarà il sostegno dei partner internazionali, in particolare in termini di mobilitazione delle risorse e sostegno alle riforme.

L’Africa Centrale si trova oggi ad un punto di svolta decisivo nel suo sviluppo economico. Le decisioni prese e le azioni portate avanti nei mesi e negli anni a venire determineranno il destino di questa regione strategica, ricca di risorse ma alle prese con numerose sfide.

Nonostante le recenti voci su una possibile svalutazione del franco CFA, questa delicata questione non è stata affrontata direttamente nel comunicato finale.

Il fragile progresso è minacciato

Sebbene dal 2016 siano stati compiuti progressi nell’attuazione di alcune riforme strutturali, il livello delle riserve valutarie rimane preoccupante. Passato dai 2,3 mesi del 2016 ai 4,6 mesi del 2023, registra un trend al ribasso con prospettive “sfavorevoli” per i prezzi delle materie prime, sottolinea il comunicato.

Un’analisi congiunta del FMI e della Banca Mondiale pubblicata nell’aprile 2024 aveva già suscitato una dura osservazione. Nonostante anni di entrate petrolifere sostenute e di aumento della spesa pubblica, i redditi reali nella CEMAC sono rimasti stagnanti negli ultimi tre decenni. L’economia rimane scarsamente diversificata, troppo dipendente dal petrolio e con un mercato regionale interno ancora non sfruttato. La disuguaglianza di reddito rimane elevata e l’attuazione delle riforme è considerata lenta e stagnante.

Prospettive di crescita contrastanti

Nonostante le politiche di ripresa, la crescita economica regionale è scesa dal 3,3% nel 2022 al 2,3% nel 2023. Dovrebbe attestarsi al 3,7% nel 2024 e poi al 3,0% nel 2025, trainata in particolare dalle performance di Ciad e Camerun, secondo il dossier ufficiale diffuso in data odierna. Yaoundé.

Anche l’inflazione resta motivo di preoccupazione. Al 5,4% nel 2023, la soglia comunitaria non è più rispettata dal 2022, legata all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in seguito alla guerra in Ucraina.

Si prevede che il saldo di bilancio della CEMAC rimarrà in deficit al -0,7% nel 2024 e peggiorerà al -1,9% nel 2025. Questo peggioramento sarebbe dovuto principalmente alla situazione in Gabon, con l'aumento della spesa legata alle riforme e alle misure di sviluppo messe in atto posto dalle nuove autorità del paese.

Un futuro incerto

Questa sessione straordinaria della CEMAC a Yaoundé ha confermato l'urgenza di un'azione collettiva e coordinata di fronte alle sfide economiche e finanziarie della regione. Nonostante siano stati compiuti progressi, la situazione resta fragile e le prospettive incerte.

La capacità degli Stati membri di attuare le riforme necessarie, gestire prudentemente il proprio debito e diversificare le proprie economie sarà decisiva per il futuro. Altrettanto cruciale sarà il sostegno dei partner internazionali, in particolare in termini di mobilitazione delle risorse e sostegno alle riforme.

L’Africa Centrale si trova oggi ad un punto di svolta decisivo nel suo sviluppo economico. Le decisioni prese e le azioni portate avanti nei mesi e negli anni a venire determineranno il destino di questa regione strategica, ricca di risorse ma alle prese con numerose sfide.

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