Morte di Alexia Daval: Isabelle Fouillot vede un legame tra lo stupro di Mazan e l’omicidio di sua figlia

Morte di Alexia Daval: Isabelle Fouillot vede un legame tra lo stupro di Mazan e l’omicidio di sua figlia
Morte di Alexia Daval: Isabelle Fouillot vede un legame tra lo stupro di Mazan e l’omicidio di sua figlia
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La madre di Alexia Daval, Isabelle Fouillot, ha dichiarato quanto sia stata colpita dalla vicenda dello stupro di Mazan su RTL l’8 dicembre 2024. Deplora il fatto che la società permetta alle donne di vivere in un tale clima di violenza.

Sua figlia è stata uccisa da Jonathann Daval nell’ottobre del 2017. Domenica la madre di Alexia ha parlato di violenza contro le donne, attraverso quanto emerge dal caso di stupro di Mazan. “Toccato” grazie al coraggio e alla resilienza di Gisèle Pelicot, vittima di decine di stupri mediante sottomissione chimica, Isabelle Fouillot è tornata a queste tragedie con RTL.

“Lotteremo”

Per Isabelle Fouillot non ci sono dubbi: “La società o non impara dai propri errori o non fa molto”. In un tale clima di violenza, di cui le donne sono le prime vittime, la madre di Alexia Daval esprime la sua rabbia per questo tipo di tragedia.

“Lotteremo per tutte queste giovani donne vittime”ha insistito. Sottolineando la tragica morte di sua figlia: “Abbiamo subito una tragedia così intensa.”

Per Isabelle Fouillot, sua figlia e la vittima di Dominique Pelicot avevano cose in comune: “Ci sono cose che ci ricordano la nostra tragedia. Hanno fatto un po’ lo stesso viaggio”. Ha detto di essere turbata dal processo per stupro Mazan, ancora in corso ad Avignone.

Il processo straordinario sugli stupri di Mazan

Nel 2020 è stata presentata una denuncia per violazione della privacy contro un sessantenne di Carpentras. Quest’uomo è Dominique Pelicot. È stato sorpreso a filmare sotto la gonna di un cliente in un supermercato. La polizia ha poi sequestrato il suo computer e ha scoperto che il settantenne nascondeva i video di sua moglie Gisèle.

È apparsa lì nuda, priva di sensi e violentata da dozzine di uomini nella sua casa a Mazan. Delle 80 persone differenziate, solo 50 sono state identificate oltre al marito. Quattro anni dopo, il 2 settembre 2024, davanti al tribunale penale di Vaucluse, è iniziato il processo per stupro di Mazan. Tre mesi di udienze, perizie, analisi, durante i quali i 51 imputati hanno provato a difendersi.

Alla luce della copertura mediatica del caso, le requisizioni dovevano essere esemplari. La procura generale ha chiesto da 4 a 20 anni di reclusione. La difesa, dal canto suo, ha giocato su due concetti: consenso e “l’intenzione” di stupro. Difficile per le migliaia di sostenitori di Gisèle Pelicot, diventata un’icona femminista per aver chiesto la revoca della sessione a porte chiuse, ascoltare questo discorso.

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