Il signor Lai torna da una sosta di due giorni nello stato americano, dove ha parlato al telefono con l’ex presidente della Camera dei rappresentanti americana Nancy Pelosi delle “minacce militari cinesi” contro Taiwan.
Ha anche incontrato funzionari governativi e membri del Congresso degli Stati Uniti.
La Cina ritiene che Taiwan sia una delle sue province, che non è ancora riuscita a riunificare con il resto del suo territorio dalla fine della guerra civile cinese nel 1949. Non esclude l’uso della forza per raggiungere questo obiettivo.
Pechino si oppone quindi a qualsiasi contatto ufficiale tra Taipei e l’estero e condanna “fortemente” il tour di Lai Ching-te, esortando gli Stati Uniti a “smettere di intromettersi a Taiwan”.
A Majuro, capitale delle Isole Marshall, il presidente taiwanese è stato accolto dalla sua omologo Hilda Heine.
“Taiwan e le Isole Marshall condividono una cultura austronesiana comune così come valori di libertà e democrazia”, ha affermato Lai.
– “Prestito preferenziale” –
Le Isole Marshall sono uno dei tre alleati di Taiwan nel Pacifico tra gli ultimi 12 paesi a riconoscere Taipei. Alcuni ex sostenitori sono passati dalla parte di Pechino, soprattutto dopo le promesse di aiuti e investimenti.
In un discorso al Parlamento delle Isole Marshall, Lai Ching-te ha annunciato che Taiwan concederà un “prestito preferenziale” alla compagnia aerea nazionale Air Marshall Islands per consentirle di acquistare nuovi aerei.
Taipei contribuirà anche alla costruzione di un macello di suini nel 2025 per rafforzare la “sicurezza alimentare” nelle Isole Marshall, ha affermato il presidente taiwanese.
Ha ringraziato il presidente delle Isole Marshall per “aver parlato personalmente in difesa di Taiwan quest’anno al Forum delle Isole del Pacifico, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e alla COP 29”.
Dovrà poi visitare gli altri due tifosi regionali, Tuvalu e Palau.
Inoltre, il presidente deve fermarsi per una notte sull’isola di Guam, un territorio non incorporato degli Stati Uniti.
Sebbene Washington abbia riconosciuto Pechino a scapito di Taipei dal 1979, rimane l’alleato più potente di Taiwan e il suo principale donatore e fornitore di armi.
Pechino ha espresso la sua “ferma opposizione” e “deplora” l’approvazione da parte di Washington di un nuovo progetto di vendita di armi a Taipei, del valore di 385 milioni di dollari (364 milioni di euro).
La Cina accusa Lai, come il suo predecessore Tsai Ing-wen, di voler approfondire la separazione culturale dal continente, denunciando azioni “separatiste”.