La Francia accusa Israele di aver violato il cessate il fuoco

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Israele accusato dalla Francia di aver violato il cessate il fuoco con il Libano

La Francia ha espresso grave preoccupazione per la situazione al confine tra Israele e Libano, denunciando ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte dell'esercito israeliano. Secondo un rapporto pubblicato da Ynet, in un solo giorno sono stati registrati ben 52 reati. Questi incidenti fanno temere a Parigi il fallimento dell'accordo, siglato di recente per portare stabilità in questa zona sensibile.

Fonti francesi hanno sottolineato che il Libano resta determinato a mantenere la calma e ad impedire il ridispiegamento di Hezbollah nel sud del Paese. Tuttavia, “dobbiamo dare loro il tempo di mettersi alla prova”, ha detto una fonte vicina alla questione. Nonostante questo impegno dichiarato, la Francia riconosce che Hezbollah sta ancora cercando di trasferire armi in questa regione strategica.

Le autorità libanesi, in particolare il generale Joseph Aoun, comandante delle forze armate, e il primo ministro ad interim Najib Mikati, mantengono uno stretto dialogo con Parigi. Questi leader riaffermano la loro volontà di rispettare il cessate il fuoco e di garantire che Hezbollah non ritorni a sud del fiume Litani, secondo i termini dell'accordo.

Di fronte alle critiche francesi, Israele ha risposto che continuerà ad agire con fermezza contro qualsiasi violazione della tregua, garantendo che siano adottate misure rigorose per far rispettare l'accordo. Una fonte militare israeliana ha precisato che il sistema di monitoraggio del cessate il fuoco diventerà pienamente operativo nei prossimi giorni, consentendo una sorveglianza rafforzata delle frontiere.

Israele ha anche riferito di aver neutralizzato una squadra di Hezbollah che stava preparando un attacco missilistico dal sud del Libano. L'esercito israeliano afferma di reagire solo alle provocazioni, facendo attenzione a evitare qualsiasi escalation incontrollata.

Il cessate il fuoco, entrato in vigore mercoledì scorso, prevede un periodo di 60 giorni durante i quali Israele dovrà ritirarsi gradualmente dal Libano meridionale, mentre l'esercito libanese prenderà posizione in quest'area. Hezbollah, dal canto suo, si impegna a ritirarsi a nord del fiume Litani.

La situazione resta tuttavia fragile. Ogni violazione dell’accordo, attribuita a una delle parti o all’altra, minaccia di compromettere gli sforzi diplomatici in corso. Il canale israeliano KAN ha riferito che la Francia ha messo in guardia entrambi gli schieramenti contro qualsiasi azione che possa far ripartire le ostilità.

L’impegno degli attori internazionali, inclusa la Francia, è fondamentale per preservare la stabilità regionale. Se il Libano sembra pronto a cooperare, la complessità della situazione sul terreno e la sfiducia tra le parti rendono il compito difficile. Resta da vedere se le prossime settimane consolideranno questa tregua o se le tensioni persistenti porteranno a una ripresa dei combattimenti.

La speranza in una pace duratura poggia non solo sulla volontà del governo libanese di mantenere il cessate il fuoco, ma anche sulla volontà di Hezbollah di rispettarlo effettivamente. Se il gruppo armato approfitta della tregua per riarmarsi e riorganizzarsi, è legittimo che l’esercito israeliano intervenga in caso di accertate violazioni. Inoltre, lo Stato Maggiore dell’IDF ha già avvertito Hezbollah che qualsiasi violazione dei termini dell’accordo comporterebbe una risposta immediata. La stabilità della regione dipenderà quindi dalla capacità di ciascuna parte di onorare i propri impegni ed evitare qualsiasi provocazione che possa riaccendere il conflitto.

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