Morte del figlio di Yannick Alléno: condannato a sette anni di carcere il conducente dell’auto

Morte del figlio di Yannick Alléno: condannato a sette anni di carcere il conducente dell’auto
Morte del figlio di Yannick Alléno: condannato a sette anni di carcere il conducente dell’auto
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Il tribunale penale di Parigi ha condannato giovedì il responsabile dell’omicidio la morte del figlio dello chef, Yannick Alléno a sette anni di carcere. Nel maggio 2022, mentre era alla guida di un’auto potente, investì Antoine Alléno. Il presidente del tribunale ha chiesto un mandato di rinvio a giudizio affinché il condannato potesse “organizzare” la sua carcerazione. Gli viene annullata la patente di guida e gli viene vietato di riprenderla per cinque anni.

Il presidente del tribunale ha insistito “i comportamenti rischiosi si moltiplicarono in modo sconsiderato“dell’automobilista per spiegare questa sentenza. Una sanzione però meno pesante di quella chiesta a fine ottobre dalla Procura, che chiedeva otto anni di reclusione”.La pena è legata alla gravità dei fatti e alla molteplicità dei reati“, ha insistito il presidente.

Ubriaco, senza patente, a 120 km/h per le strade di Parigi

L’8 maggio 2022, l’uomo guidava, ubriaco e senza patente, a bordo di un’Audi RS6, una potente berlina rubata quella sera, a 120 km/h per le strade del 7° arrondissement di Parigi, con un limite di 30. colpire un VTC, poi un taxi al semaforo rosso. Ha poi perso il controllo dell’auto e ha investito uno scooter, guidato da Antoine Alléno, di 24 anni, che era morto a causa delle ferite riportate.

Questo giovedì, in sede di giudizio, il conducente dell’auto è stato riconosciuto colpevole di tutti i fatti, tra cui omicidio colposo con due aggravanti, per lesioni involontarie ai danni del passeggero dello scooter rimasto ferito, e per furto con violenza dall’auto. . Il cognato e il suocero dell’autista, processati per complicità in furto aggravato, sono stati rilasciati questo giovedì pomeriggio.

Dopo questa tragedia, Yannick Alléno è diventato un ardente difensore dell’istituzione del reato di “omicidio stradale”, un disegno di legge che doveva passare in seconda lettura all’Assemblea nazionale, prima dello scioglimento a giugno.

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