Elezioni legislative 2024 – Nomine, decreti: rinnovata tensione tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron

Elezioni legislative 2024 – Nomine, decreti: rinnovata tensione tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron
Elezioni legislative 2024 – Nomine, decreti: rinnovata tensione tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron
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Le elezioni legislative infiammano il discorso politico. La settimana scorsa, pochi giorni prima del primo turno, Emmanuel Macron ha sollevato lo spettro di una “guerra civile” in caso di vittoria del Rally Nazionale. Questo Martedì, su France Inter, Marine Le Pen ha accusato il capo dello Stato di voler effettuare un “colpo di stato amministrativo” con la prospettiva di una vittoria dell’RN domenica prossima.

La causa dell’ira del membro del Pas-de-Calais? La prospettiva di vedere tutta una serie di nomine decise mercoledì in Consiglio dei ministri con, in particolare, la sostituzione del Direttore generale della Polizia nazionale (DGPN), attualmente Frédéric Veaux, Direttore generale della Gendarmeria nazionale (DGGN) e diversi prefetti.

“Commenti deliranti”

“Quando leggo che circolano voci secondo cui il Presidente della Repubblica valuterebbe domani, cioè quattro giorni prima del ballottaggio, la nomina del DGPN anche se resterà fino alla fine dei Giochi Olimpici, il DGGN e decine di prefetti e tutta una serie di persone il cui obiettivo sarebbe impedire a Jordan Bardella di governare il Paese come vuole, mi dico che si tratta di una forma di colpo di stato amministrativo”, ha denunciato.

Il suo nuovo alleato, l’ancora presidente dei repubblicani Eric Ciotti, ha aggiunto evocando un “panico generale” volto a “risistemare i propri cari”.

Marine Le Pen ha letto attentamente il verbale del Consiglio dei ministri della scorsa settimana. Ha scoperto che, quattro giorni prima del primo turno, Emmanuel Macron aveva effettuato un numero di nomine molto più elevato di quanto osservato abitualmente. Una trentina, in particolare, come è il periodo, tra generali e rettori delle accademie, contro una ventina della settimana precedente e una decina in tempi normali.

Le dichiarazioni di Marine Le Pen non hanno mancato di provocare una reazione. “Questi commenti sono deliranti. Si dimentica che il Presidente della Repubblica ha il potere di nomina”, ricorda un consigliere esecutivo. Anche l’Eliseo ha fatto un aggiornamento. «Da sessantasei anni si susseguono nomine e movimenti ogni settimana, soprattutto in estate, indipendentemente dai momenti politici vissuti dalle nostre istituzioni, e non è in alcun modo previsto che qualcuna di queste disposizioni possa cambiare nei prossimi mesi », ha indicato il Palazzo in un messaggio indirizzato alla stampa, precisando che “essere responsabili richiede freddezza e moderazione”.

Nessuna massiccia ondata di nomination

In viaggio a Chartres per sostenere il candidato ministro Guillaume Kasbarian, Gabriel Attal ha restituito la palla a Marine Le Pen. “Fa grandi gesti, grandi parole per cercare di mascherare il panico che è suo”, ha detto. A “Echos”, l’Eliseo precisa che non è prevista un’ondata massiccia di nomine per il Consiglio dei ministri di mercoledì. Ma lo scenario era già in cantiere.

Questo nuovo scontro dimostra però che, se la sera del 7 luglio si profila la coabitazione con la RN, sarà tesa su temi come le nomine o la politica estera della Francia. Per quanto riguarda il primo tema, lo stallo rischia di essere permanente, come è avvenuto tra il 1986 e il 1988, durante la prima convivenza.

La settimana scorsa, Marine Le Pen ha lanciato la prima pietra definendo “onoraria” la carica di capo delle Forze Armate del presidente della Repubblica, inducendo il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, a risponderle.

Decreti pendenti

Al di là delle nomine, devono ancora essere pubblicati diversi decreti riguardanti leggi recentemente approvate. È il caso soprattutto dei decreti sulla legge sull’immigrazione, promulgati all’inizio dell’anno, che potrebbero suscitare l’ira della RN. Il partito di estrema destra, con sorpresa di tutti, ha votato a favore di questo testo alla fine del 2023, ma si è mostrato ostile ad alcune delle sue misure.

In un altro ambito sono state pubblicate diverse disposizioni tecniche che declinano l’accordo sulla condivisione del valore. L’esecutivo dovrà inoltre pubblicare un testo che avvii la sperimentazione della precompilazione delle domande per l’ottenimento della Rsa e del bonus attività in cinque dipartimenti. Questo sistema, chiamato “solidarietà alla fonte”, dovrebbe facilitare il pagamento delle prestazioni sociali, che oggi è condizionato da procedure amministrative ripetitive e difficili.

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