Un gesto sì, ma non ad ogni costo. Ecco in sintesi il discorso tenuto giovedì mattina da Antoine Armand sul prezzo dell’elettricità. Il ministro dell’Economia e delle Finanze è stato invitato al programma mattutino della BFMTV per discutere del bilancio 2025 e della politica di austerità varata per risanare i conti pubblici.
Nella legge finanziaria del 2025, il governo prevede di aumentare considerevolmente l’imposta nazionale sul consumo finale di elettricità (TICFE). Si è parlato di un importo di 36 euro per megawattora, un livello superiore a quello applicato prima della guerra in Ucraina (il TICFE ammontava allora a 32,44 euro per MWh). Tuttavia, con l’istituzione dello scudo energetico, questa tassa è scesa a 0,5 euro/MWh nel 2022 per poi essere gradualmente aumentata. Oggi si arriva a 22,5 euro/MWh. L’aumento sarebbe quindi molto significativo anche se i prezzi dell’energia elettrica hanno avuto una tendenza al ribasso negli ultimi mesi.
“Il gesto sull’elettricità, siamo pronti”
Questa misura ha suscitato proteste all’interno dell’opposizione. Questa settimana anche deputati e senatori hanno votato contro l’aumento del TICFE a un livello superiore a 32 euro per MWh. Antoine Armand, intervistato da Apolline de Malherbe, ha precisato che sono quindi in corso trattative su questo tema. “Siamo pronti per l’azione sull’elettricità. Non deve essere fatta a qualsiasi prezzo, deve essere fatta in linea con il bilancio che abbiamo, ha insistito il ministro. Perché se superiamo tutti gli obiettivi di bilancio, non ce ne saranno più punto nel dire che stiamo aggiustando i conti.”
“È questo gesto che dobbiamo considerare molto seriamente, che dobbiamo discutere e su cui bisogna fare una proposta, come ha detto il Primo Ministro”, ha aggiunto. La questione è cruciale per il governo, minacciato di censura.
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