genitori condannati a 20 e 7 anni di carcere

genitori condannati a 20 e 7 anni di carcere
genitori condannati a 20 e 7 anni di carcere
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Il padre e la madre di un bambino di un mese morto in una roulotte nel 2020 dopo abusi sono stati condannati martedì rispettivamente a 20 e 7 anni di carcere dalla Corte d’Assise dell’Eure.

Condannato per violenza intenzionale che ha portato alla morte senza intenzione di provocare la morte della bambina, nonché per violenza contro gli altri due figli, che ora hanno 7 e 5 anni, anche Gaëtan L., 40 anni, è vietato l’ingresso. toccare con loro.

La madre è stata giudicata colpevole di omessa denuncia e privazione di cure che hanno compromesso la salute dei figli. È stato emesso un mandato di ricovero. Ritorna quindi in carcere dopo essere stata rilasciata nel 2023, sotto controllo giudiziario.

Ematomi sulla gamba, ginocchio destro, tempia destra

Una notte di dicembre 2020, Gaëtan L., panettiere qualificato ma disoccupato al momento dei fatti, ha chiamato i servizi di emergenza per aiutare il suo bambino di un mese. Giunti nel caravan della coppia, situato a terra a La Chapelle-Longueville, i servizi di emergenza non sono riusciti a rianimare il bambino, il cui corpo presentava “ematomi sulla gamba, sul ginocchio destro, sulla tempia destra nonché ‘un significativo strappo anale’.

La madre si trovava al momento dei fatti con il figlio maggiore, nell’abitazione degli zii di Gaëtan L., sul cui terreno era parcheggiata la roulotte, “in difficoltà economiche” dopo diversi sfratti. La coppia, ora separata, ha perso la custodia degli altri due figli nel 2022.

Una morte che “non può essere accidentale”

Lunedì il procuratore generale Stéphanie Palpacuer ha chiesto 30 e 15 anni di reclusione. “La breve vita di Lucie si potrebbe riassumere in una tragedia: 32 giorni di calvario in una carovana dell’orrore per una bambina che non sa parlare, che non può difendersi” ha dichiarato, “Lucie è stata concepita a due anni, spezzata a due ed è morta a causa di entrambi i suoi genitori.

La morte del bambino, per un trauma cerebrale che “non può essere accidentale”, per il procuratore generale non sarà stata vana, avrà almeno permesso al fratello e alla sorella” di “uscire dall’inferno”. Gaëtan L. ha ammesso nella prima giornata del processo di “non essere stato un buon padre. Posso arrabbiarmi se non prendo il sopravvento, ho capito in detenzione che la violenza è inutile”.

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