Per la sua prima partita da titolare nella competizione per club più prestigiosa, Anis Hadj-Moussa è diventato, martedì sera, il quarto algerino ad essere nominato “Man of the Match” nella UEFA Champions League.
Un riconoscimento che corona un mese di novembre perfettamente riuscito. In soli venti giorni, tutto si è accelerato per il giovane parigino (22 anni). Da semplice sostituto, sicuramente capace di qualche sprazzo ma non proprio noto per la sua costanza, Hadj-Moussa è diventato l’elemento più in vista del Feyenoord Rotterdam, sia in campionato che in Coppa dei Campioni. Aveva già dato l’impressione di aver voltato pagina diventando titolare, per la prima volta in questa stagione, durante la trasferta contro l’Almere City in Eredivisie. Primo mandato e prima grande sensazione. Autore dell’Almere nella schiacciante vittoria in trasferta del club di Rotterdam (1-4) il 10 novembre, prima della sosta per le Nazionali FIFA, lo ha ripetuto poi mostrandosi decisivo dal ritorno in Olanda in occasione del successo contro l’Heerenveen (3-0).
Segnapunti ad ogni inizio
Il momento clou è stato lì: solo due volte in 12 giorni di Eredivisie e ogni volta un marcatore! Il suo allenatore, il danese Brian Priske, non poteva quindi ignorare una simile verità sul campo, tanto meno rompere la bella dinamica iniziata richiamandolo in panchina in occasione di questo prestigioso manifesto all’Etihad Stadium, al Manchester di Pep Guardiola. Città. E’ stata una buona cosa per lui visto che la sua ala algerina gli ha dato pienamente ragione segnando il suo terzo gol in altrettante partite consecutive. Hadj-Moussa ha segnato due gol in quattro partite di Champions League in questa stagione in soli 178 minuti. La faccenda si fa però molto complicata in avvio di secondo periodo, con gli inglesi avanti di tre punti, frutto della doppietta del colosso svedese Haaland (44′ e 53′) e del recupero deviato di Gündogan al 50′ . Entrato dal canto suo al 68′ per sostituire Milambo, l’altro nazionale algerino del Feyenoord sarà del resto testimone di questa folle rimonta avviata dal suo giovane connazionale dal 75′.
Priske non se ne priva più
Su una palla respinta male dalla difesa del Manchester City, il nazionale algerino sembra, infatti, dribblare il portiere brasiliano Ederson e segnare dalla destra da posizione praticamente chiusa. Riducendo il punteggio a un quarto d’ora dal fischio finale, l’esterno del Feyenoord ha dato il via alla rivolta degli olandesi che hanno aggiunto, in questo finale pazzesco, altri due gol, prima di Gimenez all’82’ poi di Hancko in l’89’. Opposto nella sua zona di campo a Matheus Nunes e Gvardiol, Anis, inoltre, è riuscito a tirare due volte in porta e a gestire 2 dribbling per un totale di 10,5 chilometri di distanza percorsa. Le statistiche UEFA mostrano addirittura uno sprint
32,1 chilometri all’ora. Hadj-Moussa, invece, non ha svolto quasi alcun lavoro difensivo poiché non ha recuperato palla né ha giocato il minimo duello nell’area del Feyenoord, respingendo solo una palla.
“Sono contento, è stato bello…”
D’altro canto, nella sua zona preferita, Hadj-Moussa è riuscito nel 78% dei 18 passaggi tentati con 31 palloni toccati. Interrogato all’uscita dal campo, trofeo in mano, il timido attaccante è rimasto molto umile, senza mostrare alcuna emozione particolare. “Sono contento, abbiamo giocato bene. Abbiamo applicato le indicazioni dell’allenatore e fatto quello che ci ha chiesto, el hamdoulilah”, si è accontentato di rispondere laconicamente al microfono dell’emittente ufficiale della massima competizione europea, prima di aggiungere: “C È stato molto difficile prendere una punto di distanza dal Manchester City. Non ci siamo rilassati né abbiamo rinunciato alla partita. Abbiamo giocato bene e per tutti i novanta minuti non abbiamo lasciato nulla al caso. Abbiamo realizzato qualcosa di eccezionale e abbiamo ottenuto questo punto con un pareggio”. Un discorso minuscolo, quasi semplicistico, che però sottolinea una prestazione in maiuscolo che lo invita a sedersi al tavolo di Riyad Mahrez, Ismaïl Bennacer e Houssem Aouar, gli unici tra i suoi connazionali ad aver ottenuto tale distinzione individuale targata UEFA.
– RACHIDE BELARB