L’ex consigliere di Donald Trump, Steve Bannon, va in prigione per scontare la pena

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L’ideologo populista americano di destra ed ex consigliere di Donald Trump alla Casa Bianca, Steve Bannon, si è recato lunedì 1 luglio in una prigione federale nel nord-est degli Stati Uniti per iniziare a scontare la sua pena per ostruzione all’indagine parlamentare sull’omicidio. Assalto al Campidoglio il 6 gennaio 2021.

Sono orgoglioso di andare in prigione oggi (…) se è quello che serve per tenere testa a Joe Biden”, ha lanciato l’influente figura del movimento ultraconservatore prima di entrare nel carcere di Danbury (Stato del Connecticut), definendosi “un prigioniero politico”.

Steve Bannon dovrà ora scontare quattro mesi dietro le sbarredopo la sospensione della pena, conseguenza di uno dei suoi ricorsi, è stato respinto da un giudice.

Pantaloni grigi e camicia nera, è stato accolto nei pressi dell’edificio del carcere da una piccola folla di sostenitori con le bandiere “Trump 2024” e da una delle più accanite trumpiste elette al Congresso, Marjorie Taylor Greene, che lo ha abbracciato davanti al pubblico. macchine fotografiche.

Sostegno incrollabile da parte di Trump

Se non lavorerà più ufficialmente per il candidato repubblicano, lunedì Steve Bannon gli ha nuovamente assicurato il suo sostegno e ha promesso che avrebbe usato tutta la sua influenza per promuovere la sua rielezionein particolare tramite il suo podcast Sala di guerrache continuerà senza di lui.

Prima di arrivare al carcere di Danbury, è intervenuto nel suo programma per salutare i risultati del primo turno delle elezioni legislative anticipate in Francia, contrassegnato dalla netta vittoria dell’estrema destra, e altri buoni risultati di questo movimento in altri paesi durante le Europee. elezioni: “Il nostro movimento sta vivendo il suo momento”, ha esultato.

Ricordiamo che Steve Bannon è stato condannato nell’ottobre 2022 a quattro mesi di carcere per aver ostacolato i poteri investigativi del Congresso a causa del suo rifiuto di collaborare all’indagine parlamentare sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, sentenza confermata in appello. il 10 maggio 2024.

Il giorno prima del 6 gennaio, Steve Bannon aveva predetto che si sarebbe scatenato “tutto l’inferno”. E nel giorno in cui centinaia di sostenitori di Donald Trump hanno preso d’assalto la sede del Congresso americano, nel tentativo di impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden alle elezioni di novembre 2020, Steve Bannon ha parlato al telefono con il presidente uscente. I parlamentari hanno quindi voluto interrogarlo sul suo ruolo.

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