Il prezzo dell’oro raggiunge un nuovo record, dovremmo vendere adesso?

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Pubblicità — È un eufemismo dire che l’oro brilla alla fine del 2024. Il metallo giallo ha visto il suo prezzo salire di oltre il 30% da gennaio, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.800 dollari l’oncia a novembre. In un anno, i prezzi sono aumentati da 1.900 a 2.800 dollari, con un guadagno di 900 dollari l’oncia. Una prestazione spettacolare che logicamente dà ai detentori dell’oro il desiderio di ottenere dei profitti. Ma è davvero il momento giusto per vendere? Diversi elementi invitano alla riflessione.

Un ambiente ancora favorevole per l’oro

Il recente rialzo dell’oro non deve nulla al caso. Si inserisce in un contesto globale particolarmente favorevole per il metallo prezioso. Prima di tutto, ile principali banche centrali, dalla Fed alla BCE alla Banca del Giappone, hanno tutte allentato la propria politica monetaria negli ultimi mesi, abbastanza da motivarti ad acquistare un lingotto d’oro. La Fed ha iniziato ad abbassare i tassi di riferimento a novembre, in linea con le aspettative del mercato.

Questa politica accomodante mantiene i tassi di interesse reali (aggiustati per l’inflazione) a livelli bassi o addirittura negativi. Infatti, secondo le proiezioni di JP Morgan, ilL’inflazione “core” (esclusi alimentari ed energia) dovrebbe restare al 3,5% a fine 2024 e al 2,6% nel 2025 negli Stati Uniti, al di sopra del target del 2% della Fed. Combinata al calo dei tassi di riferimento, questa inflazione persistente dovrebbe quindi mantenere i tassi reali in territorio negativo.

Tuttavia, l’oro, un bene senza rendimento, ha storicamente sovraperformato in questi periodi di bassi tassi reali, come sottolineano regolarmente gli analisti dell’agenzia BDOR, specialista riconosciuto in metalli preziosi. Quindi, guardando il prezzo dell’oro, notiamo che tra il 2008 e il 2012, ad esempio, quando i tassi reali americani erano negativi, il prezzo dell’oro si era moltiplicato per 2,5!

Persistenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente

C’è un altro potente fattore che guida i prezzi dell’oro: le persistenti tensioni geopolitiche guerra in Ucrainadel Attriti sino-americani O conflitti in Medio Oriente. Anche gli indicatori di volatilità come il VIX si trovano su livelli elevati da diversi mesi, segno del persistente nervosismo degli investitori.

Quando l’incertezza geopolitica aumenta, gli investitori si rivolgono naturalmente a beni rifugio come l’oro. Le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina stanno spingendo sempre più paesi a ridurre la loro dipendenza dal dollaro e a diversificare le proprie riserve valutarie. L’oro, grazie al suo status di tradizionale asset di riserva e alla sua natura tangibile, sembra essere un’alternativa privilegiata.

L’esito delle elezioni presidenziali americane, con la vittoria del ticket Trump-Vance, non ha calmato la volatilità sui mercati e rafforza l’attrattiva dell’oro come asset non correlato.

Oro, scudo fiscale e patrimoniale

Al di là di questi fattori ciclici, l’oro presenta vantaggi strutturali che ne giustificano la conservazione a lungo termine. A cominciare dal suo status fiscale. In Francia, se rivendi il tuo oro dopo averlo detenuto per più di 22 anni, sarai completamente esente dall’imposta sulle plusvalenze. Se lo rivendi prima dei 22 anni, l’imposta è ridotta: 11% per l’imposta sul reddito e 17,2% per i contributi previdenziali.per un totale del 28,2%. Si tratta di una cifra inferiore a quella della maggior parte degli altri investimenti, soggetti alla flat tax del 30% che aumenterà al 33% nel 2025.

Inoltre, l’oro rimane un il rifugio sicuro per eccellenza di fronte ai rischi di crisi finanziaria o di perdita di fiducia nelle valute cartacee. Con l’esplosione del debito pubblico e i deficit abissali, sempre più Stati vedono messa in discussione la propria solvibilità. La Francia è un esempio lampante: il suo debito pubblico dovrebbe raggiungere il 135% del Pil alla fine del 2024 secondo l’ultimo rating Fitch che ha abbassato l’outlook del Paese a “negativo”. In questo contesto, detenere oro sembra essere una preziosa polizza assicurativa, perché il suo valore non dipende dalla salute finanziaria di uno Stato o di un’azienda.

Infine, al di là della sua dimensione finanziaria, l’oro ha anche una dimensione finanziaria patrimonio senza tempo e valore emotivo. Che si tratti di monete o lingotti, è un bene tangibile che viene tramandato di generazione in generazione. In caso di grave crisi, l’oro sarà ancora lì, a differenza di alcuni asset finanziari che possono perdere ogni valore da un giorno all’altro.

Potenziale rialzista intatto

Alla luce di tutti questi elementi, vendere il tuo oro in fretta non sembra saggio. Dopo un aumento del 30%, la tentazione di prendere profitti può essere grande (l’oro ha aperto l’anno a 1.986 dollari). Ma con un potenziale di crescita ancora significativo, l’oro ha senza dubbio ancora buoni mesi davanti a sé.

Anche gli analisti di JP Morgan sono molto chiari nelle loro ultime proiezioni: vedono l’oro salire a 3.000 dollari l’oncia nel 2025. Stimano addirittura che questo prezzo potrebbe essere superato se le tensioni geopolitiche peggiorassero (ad esempio conflitto aperto tra Stati Uniti e Cina) o se il dollaro americano si deprezza più velocemente del previsto. In altre parole, anche a 2.800 dollari, l’oro ha ancora ampio margine di miglioramento.

Naturalmente nulla ti vieta di vendere parte del tuo oro se hai bisogno di liquidità o se vuoi riequilibrare il tuo patrimonio rafforzando altri asset. Ma prima di prendere qualsiasi decisione, si consiglia di consultare attentamente il prezzo dell’oro e di riflettere sulla collocazione di questo investimento nel vostro patrimonio complessivo (immobili, azioni, assicurazioni sulla vita). Per coloro che non hanno ancora fatto il grande passo, non è troppo tardi per acquistare un lingotto d’oro e accumulare solidi risparmi a lungo termine. I massimi di oggi potrebbero essere i minimi di domani.

Contenuti proposti dall’Agenzia BDOR.

La redazione di Boursier.com non ha partecipato alla produzione di questo contenuto.

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