LFI o RN? Riuniti all’Eliseo, i ministri più che divisi su questo tema

LFI o RN? Riuniti all’Eliseo, i ministri più che divisi su questo tema
LFI o RN? Riuniti all’Eliseo, i ministri più che divisi su questo tema
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E’ ora che tutto questo finisca. Lunedì pomeriggio, un incontro organizzato attorno a Emmanuel Macron all’Eliseo ha rivelato profonde divisioni all’interno del governo. Fin dall’inizio, il Capo dello Stato ha voluto impostare il quadro delle discussioni, chiedendo che ogni tema venga affrontato a tempo debito, senza che altre battaglie, presidenziali in testa, si svolgano prima della fine delle elezioni legislative. . “Ci resta una settimana per evitare la RN al potere”, ha avvertito, in sostanza, il presidente della Repubblica.

Questa introduzione, contraria al discorso sostenuto recentemente, ha sorpreso un partecipante, infastidito dal fatto che gli attacchi si concentrassero tanto sull’estrema destra quanto sul sindacato della sinistra. Il segretario di Stato Hervé Berville e il ministro Fadila Khattabi hanno ricordato il pericolo rappresentato dal Raduno Nazionale, il primo a testimoniare a titolo personale gli attacchi razzisti che subisce quotidianamente. Il loro collega Patrice Vergriete ha messo in luce la sua esperienza di eletto locale – sindaco di Dunkerque e presidente della comunità urbana – per descrivere l’oceano RN che rappresenta oggi il dipartimento Nord. Ha anche descritto quella che considera una differenza significativa tra La France insoumise e il Rally Nazionale. Nel 15e Circoscrizione elettorale Nord, il candidato della LFI ha chiamato domenica sera a votare per il candidato dell’arco centrale contro l’estrema destra.

Il governo borghese non difende né l’uno né l’altro quando i ministri che rappresentano la diversità e provengono dai territori popolari chiedono una barriera chiara contro la RN

Di fronte a questa ala sociale, i ministri della destra non hanno mollato la loro linea. Christophe Béchu ha ripreso la posizione espressa domenica sera da Edouard Philippe: sostegno ai candidati “repubblicani” e rifiuto di chiedere il sostegno di Insoumis e Frontisti. Il ministro della Transizione ecologica ha anche ricordato di provenire da una regione moderata (Maine-et-Loire) “che si trova ad affrontare gli estremi e che ha posto in testa quattro deputati della maggioranza”. Bruno Le Maire ha ripetuto quanto elaborato quella mattina stessa al microfono di France Inter. Se crede che la lotta primaria sia contro l’estrema destra, il ministro dell’Economia si rifiuta di chiedere il voto per LFI. Marie Lebec, Aurore Bergé, Catherine Vautrin e Olivia Grégoire si trovano in posizioni simili.

“Il governo borghese non difende né l’uno né l’altro quando i ministri che rappresentano la diversità e provengono da territori popolari chiedono una barriera chiara contro la RN”, giudica un consigliere dell’esecutivo.

In visione. Dopo diverse settimane trascorse a lanciare attacchi contro il Nuovo Fronte Popolare, e il giorno dopo aver preso posizioni ambigue, Emmanuel Macron e Gabriel Attal hanno chiaramente assicurato che oggi è necessario incitare la mobilitazione generale contro l’estrema destra con l’argomentazione che c’è un altro deputato della LFI meglio di uno eletto dal partito di Jordan Bardella. “Preferisco mille volte un 76e Deputato della LFI che un 271e Vice RN”, riassume un consigliere.

Per ribadire il concetto, lunedì pomeriggio Gabriel Attal ha condotto una videoconferenza con i candidati macronisti. “Solo la RN può avere la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale. Né l’NFP né la LFI possono avere la maggioranza assoluta. La questione è quindi chiara: vogliamo affidare alla RN i pieni poteri e il destino del Paese? Rispondiamo no”, ha deciso il primo ministro.

Le cose sono chiare. Finalmente.


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