Continuo a pensare che il bilancio del mandato di Joe Biden sia positivo e che sia stato addirittura migliore di quello di Barack Obama. Tuttavia, non possiamo riprenderci da una disfatta come quella del dibattito di giovedì scorso.
Anche se abbiamo già visto pessime performance, niente è stato così inquietante come il triste spettacolo di un uomo sminuito e talvolta completamente incoerente.
Anche se domenica si è detto che sua moglie e la famiglia gli consigliavano di restare in corsa, Biden deve pensare ai candidati del suo partito al Senato e alla Camera che potrebbe portare con sé nella sua caduta.
Ciò è ancora più rilevante se consideriamo le questioni a livello nazionale e internazionale.
Il precedente di Lyndon B. Johnson
La storia non si ripete mai allo stesso modo, ma a volte offre una prospettiva da cui possiamo imparare.
Divenuto presidente in seguito all’assassinio di John F. Kennedy, il texano Lyndon B. Johnson conobbe un successo esaltante, ma anche una fine drammatica.
Se nel 1964 ottenne 486 voti elettorali (su 538) e precedeva Barry Goldwater di oltre 15 milioni di voti, nel 1968 abbandonò la corsa che gli avrebbe permesso di ottenere un secondo mandato.
Quando decise di andarsene, il successore di JFK ottenne solo il 36% dei consensi della popolazione e nulla gli permetteva di pensare a superare l’inflazione e, soprattutto, il malcontento popolare per il conflitto vietnamita.
In un articolo pubblicato su Washington Post Domenica, la storica Doris Kearns Goodwin ricorda che il ritiro di Johnson ha avuto un impatto molto significativo, invertendo il suo indice di popolarità. Non esita a menzionare un sacrificio per gli interessi più alti del Paese.
Coloro che ricordano le elezioni del 1968 non mancheranno di sottolineare che i democratici persero la presidenza. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare di ricordare che i successivi omicidi di Martin Luther King e Robert F. Kennedy avvennero dopo l’abbandono del presidente.
Joe Biden potrebbe ancora vincere
Se Joe Biden resiste è perché, nonostante la sua prestazione atroce, Donald Trump è ancora polarizzante e sarebbe sorprendente se vedessimo un massiccio movimento di elettori nella sua direzione.
Credo però che il presidente dia troppo poca importanza al fatto che il 60% degli elettori vuole che se ne vada e che più del 70% della popolazione sia convinta che non sia più in grado di svolgere bene il proprio lavoro.
Qual è il rischio più grande per i democratici? Un Biden che non immaginiamo di poter servire per altri quattro anni o la prospettiva di una nuova candidatura da vendere rapidamente agli elettori?
Diversi candidati hanno rinunciato a candidarsi quest’anno per non offendere il presidente. Vedo che molti riescono a convincere gli americani di essere superiori a Trump. Biden deve andarsene.
