La sinistra che non vota è di sinistra?

La sinistra che non vota è di sinistra?
La sinistra che non vota è di sinistra?
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Quando un uomo o un movimento politico si dichiara “né di destra né di sinistra”, sappiamo subito che si trova a destra nello schieramento politico (anche se lui stesso non ne è consapevole) per il semplice motivo che essere di sinistra significa non giudicare indifferente se persista il razzismo o se sia stato acquisito il diritto all’aborto, per esempio: significa sentire la necessità di certe vittorie e le due lotte che ho appena nominato sono sempre state storicamente portate avanti dalla sinistra, come quasi tutte le lotte necessarie combatte. Per credere che la sinistra e la destra siano kif-kif dobbiamo quindi essere stupidi o indifferenti alle cose essenziali – alle sofferenze che, poiché non sono nostre, ci sono almeno relativamente indifferenti.

Naturalmente possiamo e non dobbiamo nemmeno semplificare la realtà fino alla caricatura: ci sono dei bastardi a sinistra e persone più desiderabili di questi bastardi a destra. La scelta della scheda elettorale e il comportamento personale possono differire e spesso differiscono (il divario tra ciò che diciamo di essere e il modo in cui ci comportiamo è semplicemente molto condiviso da un capo all’altro dello spettro politico ).

Possiamo anche andare oltre e deplorare l’attaccamento feticistico alle nozioni di destra e sinistra, che può impedirci di pensare.

Possiamo anche considerare che detta democrazia rappresentativa ha dei limiti e soprattutto delle carenze e che non ha del tutto torto chi dice “elezioni trappola per idioti”. Ricordiamo che per il dizionario “Repubblica” e “democrazia” non sono sinonimi ecc.

Di più.

Ma c’è il breve termine, il medio termine e il lungo termine e poi c’è semplicemente il fatto che ho incontrato più di uno, nel corso degli anni, di questi non elettori che si considerano di sinistra e non partecipano ad alcun una sorta di riflessione seria, se non semplicemente semplice, sulla necessità di una rifondazione – o meglio, di un fondamento – della nostra vita democratica.

Per loro essere di sinistra è qualcosa come un sentimento, una preferenza, una sensibilità ma non è in alcun modo un impegno.

Quindi, lungi dall’articolare il breve, medio e lungo termine utilizzando questo strumento che è il voto mettendolo in discussione, agiscono come se l’arrivo al potere di una forza di sinistra o di estrema destra non portasse ad alcuna alterazione del realtà, né ha aperto o chiuso alcun campo di possibilità.

Se i peggiori pazienti dell’estrema destra, più disinibiti che mai di fronte a una possibile vittoria, attaccassero persone che, il più delle volte, non avranno il loro colore della pelle o apparterranno a una fede a loro estranea, lo troveranno deplorevole ma lo giudicheranno non c’entrano niente perché in fondo non lo avrebbero voluto.

Eppure lo avranno permesso, il che dimostra che non sono di sinistra: sono solo individui come quelli prodotti in abbondanza dal capitalismo e dal liberalismo, forse meno arrabbiati di altri ma appena meno indifferenti e per nulla responsabili. Sono di questi individui che hanno prodotto a palate la versione più liberale (nel senso migliore del termine) ma questa è in verità ancora ben poca.

Essere di sinistra significa credere che certe cose siano intollerabili e non debbano accadere e che questi siano affari di tutti. Il resto sono gesticolazioni davanti allo specchio, con le quali attribuiamo a noi stessi valori che non incarniamo, nemmeno con un movimento del bacino che consiste nello spostarsi al seggio elettorale più vicino. È uno scherzo ed è sinistro.

Federico Debomy

PS Per quanto riguarda il cambiamento climatico, non piangerò nemmeno per il possibile giorno in cui quelli di queste persone che hanno figli si troveranno di fronte a questi ultimi che, una volta cresciuti, li tratteranno come idioti e bastardi dopo aver scoperto che i loro genitori non potevano hanno messo nelle urne anche una sola scheda quando c’era ancora tempo per agire. Potrei moltiplicare gli esempi di lacrime che non verserò (intermittenti per non essersi mobilitate per prevenire la possibilità di sparatorie o addirittura per garantire la sopravvivenza del proprio status e ritrovarsi improvvisamente nudi, ecc.)

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