Brigitte Challande, 26 novembre 2024. Abu Amir, nei suoi testi quotidiani sull’indescrivibile orrore visto e vissuto a Gaza, si scusa per averci scritto troppo spesso… Cosa dovremmo rispondergli se non che la comunità internazionale è al di sotto di tutto e che ha perso la coscienza morale e umana? !
La prima pagina di New York Timesle 25 novembre 2024.
“Mi scuso per la proliferazione dei miei scritti, ma ogni volta che attraverso una strada o visito un campo profughi, sento l’impulso irresistibile di tornare a casa per documentare la sofferenza che ho osservato. So che ci sono già molti articoli che riportano queste tragedie, ma nessuno di essi riesce veramente a catturare l’entità del dolore vissuto dai residenti della Striscia di Gaza.
Ogni minuto rivela una nuova storia, raccontata con il sangue e le ferite degli sfollati.
I bambini di Gaza: sogni fragili inseguiti dalla guerra e dalla povertà nei campi profughi
Sotto il rumore dei bombardamenti e tra le rovine delle case distrutte, i bambini di Gaza crescono in condizioni che quasi li privano del significato stesso dell’infanzia. In ogni angolo dei campi profughi sparsi nella Striscia di Gaza emergono storie dolorose: innocenza infranta e sogni infranti dall’assedio e dall’incessante aggressione. Questi bambini, le cui vite avrebbero dovuto essere piene di gioia e di istruzione, si ritrovano intrappolati in un circolo vizioso di povertà, paura e sofferenza.
Campi profughi: rifugi precari per un dolore persistente
A più di un anno dall’intensificarsi dell’aggressione israeliana, i campi per sfollati sono diventati l’unico rifugio per decine di migliaia di famiglie che hanno perso la casa. I bambini vivono lì in tende fatiscenti, in balia di una natura spietata. Il freddo gelido della notte e il caldo opprimente del giorno non risparmiano i loro piccoli corpi, privi di ogni protezione essenziale.
In questi campi l’acqua potabile è quasi inesistente e il cibo è appena sufficiente per sopravvivere un giorno. Ma la cosa peggiore è la sofferenza psicologica: questi bambini crescono in un clima di paura continua, mentre vedono i loro sogni svanire davanti ai loro occhi.
Storie di sfollamento: sogni schiacciati sotto il peso della sofferenza
Ogni bambino a Gaza ha una storia di dolore. Mohamed, un bambino di dieci anni, sognava di diventare medico. Dice: “Volevo aiutare i malati, ma ora non posso aiutare nemmeno la mia famiglia. » Trascorre le sue giornate raccogliendo pezzi di legna per riscaldare la tenda di famiglia, mettendo da parte i suoi sogni di fronte alle esigenze della realtà.
Mariam, una ragazzina di dodici anni, vive con la famiglia in un campo vicino alla spiaggia di Gaza. Voleva diventare insegnante, ma oggi aiuta la mamma a preparare un magro pasto per i suoi fratellini. “Mi piacerebbe tornare a scuola”, dice, “ma ormai sembra essere una cosa del passato. »
Bambini in strada: mendicano per sopravvivere
L’accattonaggio è diventata una scena comune nelle strade di Gaza, dove ad ogni angolo si possono trovare bambini che tendono la mano per chiedere soldi o cibo. Ali, un bambino di sette anni, ogni giorno si trova a un bivio, cercando di raccogliere qualche shekel per sfamare la sua famiglia. “Non voglio chiedere l’elemosina”, confida, “ma non abbiamo niente da mangiare. Mia madre è malata e sto cercando di aiutarla. »
La sua storia è solo un esempio tra migliaia di come la guerra abbia costretto questi bambini ad assumersi responsabilità troppo pesanti per la loro età.
Lavoro minorile: un futuro in frantumi nelle loro piccole mani
Oltre all’accattonaggio, il lavoro minorile è una realtà diffusa a Gaza. I bambini sono costretti a lavorare in condizioni difficili per provvedere alle loro famiglie. Omar, un ragazzo di 13 anni, lavora in un’autofficina. “Mi è piaciuta la scuola”, ha detto, “ma ora devo lavorare tutto il giorno. Sogno di tornare a studiare, ma sembra impossibile. »
Il lavoro minorile a Gaza non è solo un problema economico, è una crisi umana che priva un’intera generazione dell’istruzione e la espone allo sfruttamento e agli abusi.
26 novembre 2024.
Trauma psicologico: ferite invisibili che non guariscono
La paura dei bombardamenti, la perdita dei propri cari e lo sfollamento formano una combinazione devastante che lascia profonde cicatrici psicologiche sui bambini di Gaza. Molti soffrono di incubi ricorrenti, disturbi del sonno e persino di enuresi notturna. L’infanzia, che doveva essere un periodo di gioco e spensieratezza, oggi è segnata dalla paura e dall’ansia.
Gli specialisti di salute mentale a Gaza riferiscono che molti bambini mostrano sintomi di stress post-traumatico, mentre altri cadono in depressione e isolamento.
Un quadro fosco: accattonaggio e lavoro minorile
Con tassi di povertà e disoccupazione che raggiungono livelli senza precedenti, molti bambini si ritrovano a lavorare o a mendicare per strada. Queste scene, in cui i bambini vagano per i mercati o stanno al semaforo rosso, sono diventate comuni. Alcuni vendono fazzoletti, mentre altri chiedono aiuto.
L’accattonaggio e il lavoro non sono solo prova di privazione; riflettono anche il collasso di un sistema di protezione sociale che dovrebbe garantire ai bambini una vita dignitosa.
Sforzi di aiuto insufficienti
Nonostante gli sforzi di alcune organizzazioni umanitarie per fornire cibo, acqua e sostegno psicologico, la portata della tragedia a Gaza supera di gran lunga le loro capacità. La mancanza di finanziamenti, unita al continuo blocco, aggrava le sfide, rendendo queste iniziative insufficienti a soddisfare i bisogni urgenti.
Un futuro perduto sotto le macerie della guerra
I bambini di Gaza rappresentano la speranza del domani, ma quel futuro sembra cupo in mezzo alla guerra e all’assedio continui. L’istruzione, la salute e perfino una vita semplice sono diventati sogni lontani.
Questi bambini non chiedono solo aiuto materiale; chiedono la fine della guerra, la ricostruzione delle loro scuole e la protezione contro ogni forma di sfruttamento.
Un appello alla coscienza globale
Le storie dei bambini di Gaza non sono solo notizie di passaggio; questi sono appelli a tutta l’umanità. La comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità e agire con urgenza per porre fine alla guerra e al blocco.
Questi bambini, portatori di storie di sfollamento e sofferenza, meritano molto più della semplice compassione. Meritano un’infanzia sicura, una vita dignitosa e un futuro luminoso, lontano dagli orrori della guerra e della distruzione.
Gaza lancia un appello al mondo: salvate i bambini, perché sono la speranza che non deve essere infranta. »
Il giorno prima, 25 novembre, Marsel ci ha annunciato le nuove catastrofi meteorologiche che stanno danneggiando gravemente i campi profughi situati vicino al mare.
“Una nuova tragedia!” Dopo essere state colpite dalle acque del mare, molte tende degli sfollati sulle spiagge di Deir al-Balah e Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, sono state allagate. La depressione è solo all’inizio. »
VIDEO scattata a Mawasi Khan Younes il 26.11. VIDEO di bambini del campo profughi della spiaggia prelevati questa mattina 26.11. VIDEO mostra 3 bambini che trasportano lattine d’acqua, 24.11.
Trovate tutte le testimonianze di Abu Amir e Marsel:
*Abu Amir Mutasem Eleïwa è coordinatore di Progetti contadini dal 2016 nel sud della Striscia di Gaza e corrispondente per l’Unione ebraica francese per la pace.
*Marcel Alledawi è responsabile del Centro Ibn Sina nel nord della Striscia di Gaza, un centro dedicato al monitoraggio educativo e psicologico dei bambini.
Entrambi sono sostenuti dall’UJFP in Francia.
228a parte: 21 novembre. 229a parte: 22 novembre. 230a parte: 23 novembre. 231a parte: 24 novembre.
Un anno di Testimonianze da Gaza dal 20/11/2023 al 20/11/2024, dalla 1a alla 227a parte.
Per partecipare alla raccolta “Emergenza Guerra a Gaza”: HelloAsso.com
Le testimonianze sono pubblicate anche su UJFP, Altermidi e su Le Poing.
L’articolo Testimonianze degli abitanti di Gaza: Sopravvivenza organizzata giorno per giorno nell’inferno di Gaza – parte 232 / 25 novembre – Quando i sogni dell’infanzia vengono infranti è apparso per la prima volta su International Solidarity Movement – ISM-Francia.
Fonte: Ismfrance.org