Il popolo iraniano alle urne per eleggere il proprio presidente dopo la morte di Ebrahim Raïssi – rts.ch

Il popolo iraniano alle urne per eleggere il proprio presidente dopo la morte di Ebrahim Raïssi – rts.ch
Il popolo iraniano alle urne per eleggere il proprio presidente dopo la morte di Ebrahim Raïssi – rts.ch
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Venerdì in Iran sono aperti i seggi elettorali per il primo turno delle elezioni presidenziali. Il voto si svolge un anno prima del previsto, dopo la morte del presidente Ebrahim Raïssi in un incidente in elicottero il 12 maggio. I movimenti delle donne iraniane stanno guardando con occhio critico queste elezioni.

Sono circa 61 milioni gli iraniani chiamati alle urne nei 58.640 seggi elettorali sparsi nell’immenso Paese, dal Mar Caspio a nord fino al Golfo a sud.

Come da tradizione è stata la guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, a dare il via alle operazioni votando alle 8 di mattina davanti a decine di telecamere a Teheran.

L’esito di queste elezioni dovrebbe avere scarso impatto politico, ma potrebbe influenzare la successione dell’Ayatollah Ali Khamenei. I risultati ufficiali sono attesi entro domenica, ma le stime dovrebbero essere rilasciate sabato.

>> L’analisi su La Matinale di Sébastien Regnault, ricercatore e specialista dell’Iran:

Elezioni presidenziali in Iran: l’analisi di Sébastien Regnault, ricercatore e specialista sull’Iran / La Matinale / 1 min. / oggi alle 06:18

Quattro candidati

Quattro candidati, uomini tra i 50 e i 60 anni, sono in lizza per succedere a Ebrahim Raïssi dopo che due di coloro che erano stati approvati dal Consiglio delle Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno ritirato la loro candidatura giovedì. Se nessuna di queste dovesse raccogliere più della metà dei voti, il 5 luglio si terrà un secondo turno, come è avvenuto solo in un’elezione presidenziale, nel 2005, dall’avvento della Repubblica islamica 45 anni fa.

La sorpresa potrebbe arrivare dall’unico candidato riformista, Massoud Pezeshkian, deputato 69enne fino ad ora quasi sconosciuto. Questo medico di origine azera, una minoranza dell’Iran nord-occidentale, ha dato speranza agli schieramenti riformisti e moderati, totalmente emarginati negli ultimi anni dai conservatori e dagli ultraconservatori.

Di fronte a lui, i sostenitori dell’attuale potere si dividono tra i candidati Mohammad-Bagher Ghalibaf, presidente conservatore del Parlamento, e Saïd Jalili, ex negoziatore ultraconservatore sulla questione nucleare e ostile a un riavvicinamento con l’Occidente. In corsa c’è anche un terzo candidato conservatore, Mostafa Pourmohammadi.

Massoud Pezeshkian è l’unico candidato riformista alle elezioni presidenziali in Iran. [KEYSTONE – STR]

Lo sguardo critico sulle donne

A due anni dalla morte di Masha Amini, le donne iraniane hanno poche speranze che queste elezioni possano cambiare qualcosa nel Paese. Ma il movimento “Donne Vita, Libertà” continua la sua azione. “Centinaia di donne non indossano il velo nelle grandi città dell’Iran. Sono imprigionate, picchiate. Dimostrano che non torneranno indietro”, nota la scrittrice e giornalista franco-iraniana Fariba Hachtroudi su La Matinale.

Massoud Pezeshkian, invece, mette in luce la lotta delle donne e il loro desiderio di emancipazione. “Continua a dire che dobbiamo rispettare le donne, ma il problema è sapere se può fare qualcosa”, osserva Fariba Hachtroudi.

>> Dettagli su La Matinale su come le donne iraniane vedono queste elezioni:

Elezioni presidenziali in Iran: i movimenti delle donne iraniane guardano criticamente a queste elezioni / La Matinale / 1 min. / oggi alle 06:28

Un presidente con poteri limitati

L’Ayatollah Kahmenei mentre depone la sua scheda elettorale nelle urne per le elezioni presidenziali in Iran, il 28 giugno 2024. [KEYSTONE – VAHID SALEMI]

Secondo i movimenti di opposizione, queste elezioni non cambieranno nulla o quasi nulla nella vita quotidiana degli iraniani. È infatti la guida suprema, l’Ayatollah Khamenei, a detenere il potere effettivo e a far rispettare la sharia, la legge islamica.

Le donne, e i giovani in generale, desiderano piuttosto un cambio di regime. Secondo Fariba Hachtroudi queste elezioni sono caratterizzate dalla sfiducia.

“I giovani sono estremamente critici. Vogliono dimostrare che non ci credono più. Le aule elettorali sono stracolme di tanti giovani, perché la gente soffoca. Ma questo non significa che andranno a votare. “, dichiara lo scrittore.

>> Consulta anche: “Gli iraniani devono badare a se stessi” per sperare nella caduta del regime

Il tasso di partecipazione sarà decisivo

L’esito di queste elezioni dipenderà dal tasso di partecipazione, in particolare tra le donne. Una mobilitazione debole rischierebbe di favorire, ancora una volta, un candidato conservatore, secondo Sébastien Regnault.

Il ricercatore e specialista in Iran si dice “convinto che le riforme siano possibili” se il presidente eletto provenisse dal campo progressista grazie a un voto di massa. “La situazione è sempre migliore per gli iraniani quando al potere c’è un riformatore. Non è affatto la stessa cosa in termini di morale, libertà individuale e rapporti sociali. C’è un respiro della società. Anche se la guida suprema resta la decisione finale Essendo un creatore di riforme, lascia ancora uno spazio relativamente libero ai riformatori per articolare le loro politiche”, spiega.

>> Riascoltiamo l’analisi del politologo franco-iraniano Mahnaz Shirali su Tout un monde:

“La società iraniana non è mai stata così disperata come oggi”, intervista a Mahnaz Shirali / Tutti / 6 min. / Martedì alle 08:13

>>Leggi anche: Mahnaz Shirali: “Gli iraniani non hanno intenzione di legittimare un regime che ai loro occhi è criminale”

Soggetto radiofonico: Agnès Millot

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