Ieri i prezzi del petrolio sono aumentati notevolmente, sulla scia delle tensioni geopolitiche in Europa a seguito della risposta della Russia agli attacchi ucraini con armi fornite da Gran Bretagna e Stati Uniti.
I prezzi dell'oro nero erano sulla buona strada per un aumento totale di circa il 5% nel corso della settimana. Dopo essere balzati del 2% giovedì, i due benchmark hanno consolidato il loro vantaggio. Il petrolio greggio Brent è salito ieri, ben al di sopra dei 74 dollari al barile, mentre i futures sul petrolio greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) venivano scambiati sopra i 70 dollari al barile. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato giovedì che la Russia ha lanciato un missile balistico contro l'Ucraina e ha avvertito di “un conflitto globale”, aumentando il rischio di un'interruzione delle forniture di petrolio a uno dei maggiori produttori mondiali.
“Il nostro scenario di base è che il Brent rimanga nella fascia 70-85 dollari, con un’elevata capacità di riserva che limita l’aumento dei prezzi e l’offerta di shale che riduce il calo dei prezzi”, hanno detto gli analisti di Goldman Sachs, in una nota ripresa da Reuters. “Tuttavia, i rischi di interruzione stanno aumentando”, hanno affermato, aggiungendo che il Brent potrebbe salire a circa 85 dollari al barile nella prima metà del 2025 se l’offerta iraniana diminuisse di un milione di barili al giorno a causa delle rigide sanzioni imposte dall’amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
In questo contesto, la Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, ha annunciato giovedì misure politiche per rilanciare il commercio, compreso il sostegno alle importazioni di prodotti energetici, tra le preoccupazioni per le minacce di Trump di imporre tariffe doganali.
Inoltre, secondo Reuters, l’OPEC+ valuterebbe la possibilità di posticipare gli aumenti di produzione previsti per dicembre, cosa che sicuramente sosterrebbe ulteriormente i prezzi del greggio. L’OPEC+ ha tagliato la produzione di 5,86 milioni di barili al giorno, ovvero circa il 5,7% della domanda globale, come parte di una serie di misure concordate dal 2022 per sostenere il mercato.