Il rublo è caduto venerdì, raggiungendo il livello più basso contro il dollaro dal 24 marzo 2022, secondo i dati ufficiali della Banca Centrale Russa (BCR), il giorno dopo il lancio di un missile sperimentale russo contro l’Ucraina. La valuta russa si è scambiata ufficialmente a 102,58 rubli contro il biglietto verde, secondo il tasso fissato dalla BCR, sopra la soglia simbolica di 100, anche sotto il peso delle nuove sanzioni americane rivolte in particolare a Gazprombank, il braccio finanziario del colosso del gas Gazprom. Venerdì un euro è stato scambiato con 107,43 rubli.
La caduta del rublo avviene all’indomani del lancio russo di un missile ipersonico di nuova generazione contro l’Ucraina, in seguito al quale Vladimir Putin aveva avvertito gli occidentali che la Russia era “pronto per tutti” gli scenari, in un conflitto che ha richiesto a “carattere globale”. Poche ore dopo, il governo americano ha annunciato una serie di sanzioni nei confronti di una cinquantina di banche russe, tra cui Gazprombank, il braccio finanziario del colosso statale del gas Gazprom, utilizzato in particolare per i pagamenti energetici con i clienti stranieri. Queste restrizioni colpiscono anche altri stabilimenti di piccole o medie dimensioni che la Russia è sospettata utilizzi per incanalare i suoi pagamenti per le attrezzature e le tecnologie che acquisisce.
“C’è il rischio significativo che l’indebolimento del rublo continui”ha avvertito su Telegram Evgeni Kogan, professore della prestigiosa Scuola superiore di economia di Mosca. Le banche russe sotto sanzioni da Washington non possono effettuare transazioni che abbiano alcun legame con il sistema finanziario americano. “Alla fine, verranno istituite nuove catene di pagamento internazionali”pensa M. Kogan, “ma fino al completamento del processo, i proventi delle esportazioni potrebbero temporaneamente diminuire, quindi è probabile che il rublo si deprezzi (ulteriormente) nei prossimi mesi”.
Il crollo del rublo avviene in un contesto geopolitico molto incerto, a poche settimane dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il cui posizionamento nei confronti di Mosca è difficile da prevedere in questa fase. Bisogna tornare al primo trimestre del 2022, nelle primissime settimane dell’offensiva russa in Ucraina, per vedere il rublo così debole nei confronti del dollaro (1 contro 120 rubli ufficialmente l’11 marzo 2022) e dell’euro, quando l’Occidente aveva implementato una raffica di sanzioni per cercare di scuotere l’economia russa. Da allora Mosca ha fatto di tutto per tenere a galla l’economia, in particolare investendo somme astronomiche in commesse militari e reindirizzando quanto più possibile le sue esportazioni di idrocarburi verso il mercato asiatico. Prima del conflitto, all’inizio del 2022 il dollaro veniva scambiato in media intorno a 1 per 75-80 rubli.