Questo è uno di quei segnali deboli che non fanno notizia ma rimescolano le carte. L’anno scorso, l’Arabia Saudita e l’Iran hanno rinnovato ufficialmente i rapporti diplomatici. I due paesi hanno suggellato la loro riconciliazione sotto gli auspici della Cina.
Martedì 19 novembre i loro rappresentanti si sono incontrati a Riad per un nuovo incontro volto all’attuazione dell’accordo: l’opportunità di approfondire i legami economici e diplomatici, ecc.
Già la settimana scorsa, il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman aveva definito l’Iran un “Repubblica sorella” e ha chiesto a Israele di farlo “rispettare la sua sovranità”.
I rapporti sembrano essere buoni tra i due colossi del Golfo Arabo-Persico.
Tuttavia, i rapporti tra l’Iran sciita e l’Arabia Saudita sunnita sono sempre stati tumultuosi. I due paesi sono impegnati in una lotta per l’influenza in Medio Oriente, soprattutto dopo la rivoluzione islamica iraniana del 79.
Teheran ha tessuto la sua rete nella regione, in Iraq, in Siria, nello Yemen… Le relazioni con Riyadh sono state completamente interrotte tra il 2016 e il 2023 dopo l’esecuzione di un dignitario sciita in Arabia Saudita.
Allora perché riconciliarsi? Gli iraniani volevano sfuggire al loro isolamento. E i sauditi vogliono affermarsi come una potenza diplomatica che parla a quante più persone possibile. Aspirano anche alla pace nello Yemen. In effetti, da più di due anni il conflitto con gli Houthi, alleati dell’Iran, è molto meno intenso.
L’Arabia Saudita inasprisce i toni con Israele
E la guerra a Gaza ha rafforzato questi legami. Il conflitto tra Israele e Hamas ha posto la questione palestinese al centro della diplomazia regionale. Un altro tema di riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita.
Teheran, nemica giurata di Israele, ha sempre difeso con vigore il popolo palestinese.
Per quanto riguarda i sauditi, sembrano aver abbandonato questa causa per un certo periodo, ma stanno ancora una volta inasprendo i toni nei confronti di Israele, che sta commettendo un “genocidio” a Gaza, secondo Mohamed bin Salman.
Tuttavia, il progetto degli Stati Uniti per raggiungere la pace nella regione prevede la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, sul modello degli accordi di Abraham conclusi con gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein o anche con il Sudan e il Marocco.
Il piano di pace di Biden in definitiva non è molto lontano da quello di Trump della prima stagione: in sintesi, gli Stati Uniti firmano un accordo di difesa con l’Arabia Saudita, aiutandola addirittura a lanciare un programma nucleare, poi Riad fa la pace con Israele, che accetta di negoziare con i palestinesi .
Ciò difficilmente regge alla luce del riscaldamento tra Arabia Saudita e Iran. Questa mattina, all’Inter, Jean-Yves Le Drian, oggi rappresentante di Emmanuel Macron in Libano, stimava che il processo Abraham fosse “decaduto”.
Secondo una fonte israeliana questo giudizio non ha senso, Iran e Arabia Saudita restano rivali. Israele e gli Stati Uniti avranno i mezzi per convincere Riad.
In ogni caso, il loro riavvicinamento invia un messaggio alla prossima amministrazione Trump: il Medio Oriente è cambiato molto negli ultimi quattro anni.