Mosca ha utilizzato per la prima volta un missile intercontinentale?

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Per la prima volta dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, la Russia avrebbe utilizzato un missile balistico intercontinentale (ICBM) per attaccare la città di Dnipro. Quest’arma, simbolo della deterrenza nucleare, segna una nuova tappa nell’intensità del conflitto.

Un nuovo missile: una minaccia che cambia scala

L’aeronautica ucraina afferma che un missile intercontinentale è stato lanciato la mattina del 21 novembre 2024 da Astrakhan, nel sud della Russia. Con una gittata superiore a 5.500 chilometri secondo la classificazione internazionale, queste armi sono progettate principalmente per trasportare cariche nucleari. Tuttavia, in questo caso specifico, la macchina sarebbe stata dotata di una testata convenzionale. Questo attacco, se confermato, costituirebbe una grande novità nel conflitto con questo tipo di missile. L’esercito ucraino ha anche affermato di aver abbattuto sei missili da crociera Kh-101 lanciati dalla Russia durante l’attacco al Dnipro.

La scelta del Dnipro come obiettivo non sembra banale. Situata nell’Ucraina centro-orientale, questa città strategica concentra le infrastrutture essenziali. Sebbene l’entità dei danni non sia chiara, i video diffusi sui social network mostrano impatti enormi, compatibili con questo tipo di armi. “Se venisse confermato, è simbolicamente molto forte. Mai visto prima»commenta un conoscitore del dossier.

Una nuova risposta indiretta negli Stati Uniti?

Questa escalation arriva pochi giorni dopo che l’Ucraina ha ottenuto il via libera dagli Stati Uniti per utilizzare i missili balistici ATACMS sul suolo russo. Ciò ha spinto Mosca a rispondere in modo drammatico. La dottrina nucleare russa, rivista il 19 novembre 2024 da Vladimir Putin, afferma che la Russia potrebbe ricorrere alle armi nucleari di fronte a una minaccia esistenziale. Sebbene questo lancio di missili balistici intercontinentali non sia nucleare, ravviva le preoccupazioni su una potenziale escalation nucleare.

Nel frattempo il Cremlino resta in silenzio e il suo portavoce Dmitry Peskov si limita ad affermare: “ Non commentiamo queste accuse ».

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