L’Africa sembra davvero aver trovato una soluzione per far fronte alle enormi perdite che hanno raggiunto i 270.000 miliardi a causa dell’estrazione illegale dell’oro.
Infatti, di fronte all’emorragia finanziaria causata dallo sfruttamento illegale dell’oro, stimato a 270.000 miliardi di franchi CFA nel 2022, diverse nazioni africane hanno sviluppato una strategia tanto audace quanto promettente: l’istituzione di programmi di acquisto di oro da parte le loro banche centrali.
Questa iniziativa, accolta favorevolmente dal World Gold Council (WGC) nel suo ultimo rapporto «Il silenzio è d’oro»rappresenta un importante passo avanti nella governance delle risorse auree del continente.
Ciò si riflette già nella posizione della Tanzania.
Infatti, pioniere nel settore, si impegna ad acquisire il 20% dell’oro detenuto dai minatori e dai commercianti locali, al prezzo del mercato internazionale.
Un approccio che trova eco in Nigeria, Ghana e Uganda, dove sono stati istituiti programmi simili.
La posta in gioco è alta. E per una buona ragione, nel 2022, almeno 435 tonnellate di oro hanno lasciato illegalmente il continente africano, per un valore di 30,7 miliardi di dollari, secondo la ONG SWISSAID.
Questo saccheggio sistematico, principalmente nel settore minerario artigianale e su piccola scala (ASGM), non solo alimenta la criminalità organizzata, ma priva anche gli Stati di risorse preziose per il loro sviluppo.
I successi registrati nelle Filippine e in Mongolia dimostrano il potenziale di questi programmi.
Nell’arcipelago asiatico, il valore dell’oro estratto dall’ASGM è aumentato di otto volte tra il 1997 e il 2011, da 76,6 milioni di dollari a 589,4 milioni di dollari.
La Mongolia ha registrato una crescita ancora più drammatica, con le vendite di oro ASGM che sono passate da 0,01 tonnellate nel 2012 a oltre 12 tonnellate nel 2017.
Questo approccio presenta un triplice vantaggio: rafforza le riserve valutarie degli Stati, garantisce un reddito equo ai minatori artigianali e combatte efficacemente i circuiti illegali.
Il WGC sottolinea che questi programmi possono anche incoraggiare l’adozione di pratiche ambientali più sostenibili e facilitare l’accesso a finanziamenti legittimi per le comunità minerarie.