Chi era Gia Carangi, la prima top model a morire di AIDS a 26 anni?

-

Forse l'immagine più famosa di Gia Carangi è quella catturata da Helmut Newton nel 1979. Appoggiata a una colonna in bianco e nero, camicia aperta e reggicalze in vista, offre la sigaretta infilata tra le labbra alla donna in tailleur a maniche corte. capelli che si chinano verso di lei. Femme fatale di una fotografa dall'obiettivo chic e lascivocolei che ha appena festeggiato la maggiore età è per Newton una figlia di Eva dotata di un'aura di potere. Tutto in questo scatto risuona vita personale del manichino. Fumare la sigaretta tra le dita, sessualità liberata, rapporto con altre donne, androginia manifesta, Gia Carangi incarna un'indocilità che piace al fotografo e al mondo.

Ma lei è una mutaforma, un vero camaleonte per il quale la macchina fotografica non fa paura. Davanti a lui si rivela dove gli altri flirtano. Davanti a lui brilla, si spoglia volentieri, gioca con il broncio. Donna elegante in trench per Dior nel 1979, donna bohémien per Lancetti nel 1978, donna quasi nuda per Versace, Gia Carangi si concede tutto perché può. Solo il suo sguardo forse tradisce la sua forza. Notata a 17 anni al club DCA della natia Philadelphia da Maurice Tannenbaum, mentre lavorava nella boutique del padre, entrò nell'agenzia della famosa Wilhelmina Cooper e conquistò la moda prima del anni ottanta non presentarti. Il futuro spalanca le sue braccia, così come l’oscurità della notte.

Discesa e inferno

Il successo la trasforma in una figura iconica della moda, e la città che non dorme mai le fa spazio alle sue scappatelle. Gia Carangi frequenta regolarmente lo Studio54, fa le sue apparizioni al Mudd Club, va d'accordo con tutti nella comunità. Nessuno può resistere al fascino di questo nuovo arrivato, su cui giurano i fotografi. Diventa la modella il più pagato al mondole sue parcelle ammontano fino a $ 10.000 per sessione. Nessuno, all'epoca, poteva resistere nemmeno ai paradisi artificiali la cui polvere invadeva i club. La modella prova la cocaina, poi l'eroina.

Nel 1980 Gia Carangi perse due amici intimi, la sua agente Wilhelmina Cooper e il fotografo Chris von Wangenheim, che lasciarono con lei un portfolio ben fornito dei suoi lavori. I migliori si danno alla droga. Laddove il suo spirito ribelle si magnetizza, la sua mancanza di disciplina dà fastidio. Nel libro Cosa della bellezza di Stephen Fried, il fotografo John Stember ricorda: “Un giorno ha fatto un servizio fotografico (…) La squadra ha trascorso ore a prepararsi per lei (…) Richard Avedon Premere una volta il pulsante di scatto. Un clic. Gia poi gli disse:un secondo, devo andare in bagno”. Lei va lì, esce dalla finestra, prende un taxi e torna a casa”.

© Dustin Pittman/WWD/Penske Media tramite Getty Images

Ma i fotografi lo adorano e molti gli danno una seconda possibilità. Francesco Scavullo gli propone un'ultima cover per Cosmopolitan, durante la quale viene colpito dagli ascessi alle mani e dal nulla nei suoi occhi. La sua dipendenza è notamotivo anche delle sue maniche lunghe, vive tra centri di riabilitazione, appartamenti di amici e studi fotografici. Nel suo diario scrive addirittura “prendi l'eroina” come appuntamento. Quella che ha sempre un coltello in tasca rilascia interviste in cui parla dei suoi demoni: “È difficile distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Soprattutto quando sei circondato da avvoltoi. Ti invade, solo chi l'ha vissuto lo sa”.

La sua carriera si sgretola sotto il peso della dipendenzaGia Carangi torna a Filadelfia, la città dove è cresciuta in una famiglia instabile dove i litigi erano frequenti. La sua vita ora è come un elettrocardiogramma. Si cura, ricade. Ha iniziato a studiare cinematografia, ma ha rinunciato. Si trasferisce ad Atlantic City, viene violentata e ritorna. Si prende la polmonite e durante il ricovero in ospedale, le viene detto che ha l'HIVla malattia del mietitore dell'epoca che era convinta di avere. La sua salute peggiorò e l'AIDS lo portò via, silenziosamente, il 18 novembre 1986. Nessuno nel mondo della moda parteciperà al suo funerale. Solo Francesco Scavullo manderà un biglietto di cordoglio quando apprenderà la notizia.

>>>>>>>>
©Andrea Blanch/Getty ImagesGia Carangi alla fine degli anni '70.

Un'eredità

Nonostante una breve carriera, la modella lascerà dietro di sé un’eredità più solida di tante altre. Primo modello apertamente gay, è stata anche la prima a posare in modo giocoso, a posare per molti designer e a posare proprio. Se le modelle posano come fanno oggi è grazie a lei. Perché molto prima di Kate, Naomi, Claudia e Christy c'era Gia. Considerato un pioniere nel mondo del modellismo, ha aperto la strada a modelli eccellentitra cui Cindy Crawford che per la sua somiglianza con Gia Carangi venne inizialmente soprannominata “Baby Gia”. Nel 1998, una giovane attrice di nome Angelina Jolie irruppe sullo schermo Gia, anatomia di una top modelrendendo famosa la storia della prima super modella al mondo, una modella dall'indomabile libertà, morta esattamente trentasei anni fa.


-

PREV Inondazioni mortali in Spagna: allarme rosso emesso nella regione di Huelva
NEXT OM: È venuto alla luce uno scandalo!