“Questa Francia che non vogliamo essere”: Mélenchon prende di mira la RN e difende il programma del Nuovo Fronte Popolare a Montpellier

“Questa Francia che non vogliamo essere”: Mélenchon prende di mira la RN e difende il programma del Nuovo Fronte Popolare a Montpellier
“Questa Francia che non vogliamo essere”: Mélenchon prende di mira la RN e difende il programma del Nuovo Fronte Popolare a Montpellier
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Il leader degli Insoumi ha tenuto un incontro questa domenica, 23 giugno, nel quartiere Celleneuve di Montpellier.

Non ci sono palle che si scontrano ma parole che scattano. La spianata Leo Malet, solitamente animata dai giocatori di bowling la domenica pomeriggio, ha ospitato una riunione del Nuovo Fronte Popolare, nell’ambito delle previste elezioni legislative. Il leader dell’Insoumis Jean-Luc Mélenchon è venuto a sostenere Sylvain Carrière, deputato uscente per l’8° collegio elettorale, e Nathalie Oziol per il 2°. La posta in gioco, ad una settimana dal primo turno, è alta.

Sullo sfondo la minaccia della Marina militare

Sylvain Carrière ricorda quanto sia importante la voce dei montpellieresi in un collegio elettorale che si estende fino al cantone di Frontignan, dove la minaccia della RN è presa molto sul serio. Nathalie Oziol, succedendogli, attacca frontalmente Emmanuel Macron prima di lanciarsi “il programma del governo” del Nuovo Fronte Popolare “Che il presidente non si aspettava!” Un nome di festa nuovo di zecca ma già cantato dalla folla. Circa 1.500 persone, anche del quartiere, molti giovani, famiglie e la maggioranza attivisti. Seguaci del campo melenchonista, secondo il metro degli applausi quando il leader degli Insoumi sale sul palco. Solo la voce dissonante di una donna sul suo sostegno a Quatennens (ndr: condannato per violenza contro la sua ex moglie) viene rapidamente messa a tacere dalla sicurezza.

Il tribuno può quindi svolgere il suo discorso attaccando immediatamente la RN e i suoi “nazionalità facciale”. “Questa è la Francia che non vogliamo essere!“Allora difenditi a lungo “La libertà religiosa è sempre stata difesa dalla sinistra”. “Naturalmente dobbiamo lottare contro l’antisemitismo e l’islamofobia”. Misure in questa direzione sono previste anche nel programma PFN, assicura.

Le due sfide: la crisi ecologica e la guerra

Dopo una digressione su se stesso – “Non rinuncerò mai all’onore di essere un bersaglio” – Jean-Luc Mélenchon discute delle due sfide future per l’umanità: la crisi ecologica e la guerra. Coglie l’occasione per denunciare “Francia coloniale” e chiede il rilascio di Kanaks appena imprigionato in Francia. Infine, dedica un lungo capitolo al finanziamento delle misure previste dal programma PFN, oggetto di forti critiche in campo presidenziale. Chi pagherà l’abrogazione della legge sulle pensioni e l’aumento del salario minimo? “Multinazionali che non pagano le tasse in Francia”. E salta: “26 miliardi nelle casse”.

Finisce per convincere il suo pubblico difendendo una rigorosa legge fondiaria alla volta “dove 1 francese su 4 ha un nonno straniero”. Molti tra il pubblico alzano il dito. Prima, tra una settimana, di far scivolare la propria scheda elettorale nelle urne.

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