Processato questo lunedì per aver minacciato di uccidere su Internet il preside del liceo parigino Maurice-Ravel, dopo un alterco avvenuto in febbraio con una studentessa alla quale aveva chiesto di togliersi il velo, un uomo di 27 anni è stato condannato a pena di 60 giorni, multa di dieci euro ciascuno e obbligo di frequentare un corso di cittadinanza di cinque giorni.
Lunedì 18 novembre un uomo di 27 anni è comparso davanti al Tribunale penale di Parigi. L’individuo era sospettato di aver minacciato di uccidere su Internet il preside del liceo parigino Maurice-Ravel, dopo un alterco con una studentessa alla quale il funzionario aveva chiesto di togliersi il velo. L’imputato è un giovane laureato in cerca di lavoro nel “web digitale”. È sconosciuto ai tribunali.
Infine, l’uomo è stato condannato a una pena di 60 giorni – una multa di dieci euro ciascuno, ovvero un totale di 600 euro, e all’obbligo di sottoporsi a un periodo di formazione alla cittadinanza di cinque giorni, ha appreso il CNEWS dall’avvocato delle parti civili .
All’udienza del 2 ottobre è stata chiesta la pena detentiva a un anno con sospensione della pena nei confronti dell’individuo, processato per “pubblica provocazione senza effetto finalizzata a commettere attentato volontario alla vita”. “Non mi sembra accettabile oggi che la paura sia dalla parte degli insegnanti”, ha dichiarato il pubblico ministero rivolgendosi a quest’uomo.
Riguardo ai fatti, aveva infatti scritto sul suo account X la seguente fase: “Questo è pazzesco. “Dobbiamo bruciarlo vivo, questo cane.”
Un processo già rinviato due volte
L’uomo era stato arrestato a metà marzo prima di comparire, per la prima volta, davanti al giudice il 23 aprile. Durante l’udienza, ha affermato di “scusarsi” per i suoi commenti, presentando allo stesso tempo “le sue scuse” alla vittima. Il processo è stato infine rinviato alla fine di giugno in modo che il sospettato potesse preparare la sua difesa.
Il 26 giugno la corte ha deciso ancora una volta di rinviare l’udienza a mercoledì 2 ottobre, a causa del gran numero di casi che dovranno essere esaminati durante la giornata e affinché il caso venga giudicato in “buoni termini”.
Prima del processo, il 2 ottobre, l’imputato era stato posto sotto controllo giudiziario. Questa vicenda portò al pensionamento anticipato del preside.