“La morte è nel prato”: lunedì gli agricoltori francesi manifestano contro l’accordo UE-Mercosur (video)

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Una piccola bara reca la scritta “la morte è nel prato”, striscioni con i colori della FNSEA proclamano “Stop alle promesse, largo ai fatti” oppure “Agri act 2: siamo tornati”.

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Macron, se vai a Rio, non dimenticare i tuoi montanari

Ad Avignone (Vaucluse), un centinaio di agricoltori, secondo la polizia, si sono schierati sui sentieri che costeggiano il Rodano, per protestare contro l’ingresso di prodotti agricoli stranieri. “La nostra fine sarà la vostra fame”, hanno proclamato i membri del sindacato.

Vicino al confine belgagli agricoltori controllano i veicoli pesanti. Davanti alla prefettura di Vesoul, 180 contadini hanno affisso i cartelli del villaggio e hanno scaricato tre cassonetti pieni di stocchi di mais. Sono in corso raduni ad Angoulême (Charente) e operazioni di lumache a Deux-Sèvres.

“Sono in corso 85 punti dimostrativi, non vogliamo un blocco concreto come abbiamo visto l’anno scorso”, ha sottolineato lunedì su RMC Pierrick Horel, presidente dei Giovani Agricoltori.

Gli impazienti avevano fatto uscire i trattori domenica, andando in corteo vicino alla base aerea di Villacoublay, vicino a Parigi, da dove Emmanuel Macron era volato per il G20 di Rio, in Brasile. “Macron, se vai a Rio, non dimenticare i tuoi montanari”, recitava uno striscione appeso su un ponte.

©AFP o licenziatari

Le azioni vogliono essere soprattutto simboliche, con l’alleanza di maggioranza che vuole allertare le autorità pubbliche ma “non infastidire i francesi”: “Ciò che vogliamo è esprimere su tutto il territorio questa sofferenza agricola e questa necessità di ristabilire il tetto “, ha sottolineato il signor Horel.

Domenica il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha avvertito gli agricoltori che ci sarà “tolleranza zero” in caso di “blocco sostenibile” delle strade.

Varie modalità d’azione

Meno di un anno dopo un movimento su vasta scala che ha provocato il blocco di tratti autostradali, i sindacati agricoli tornano a lanciare un appello a manifestazioni, ma in ordine sparso, in vista delle elezioni professionali del prossimo gennaio.

Indeboliti dal peggior raccolto di grano degli ultimi 40 anni e dall’emergere di malattie animali, gli agricoltori credono di non aver raccolto i frutti della rabbia dello scorso inverno: l’attuazione dei 70 impegni allora assunti dal governo Attal è stata rallentata dallo scioglimento dell’Assemblea nazionale.

E considerano gli standard più complessi che mai e il reddito insufficiente.

Se l’anno scorso le tasse sui carburanti agricoli (GNR) o il Green Deal europeo erano stati il ​​catalizzatore della mobilitazione, questa volta è il risultato atteso della proposta di accordo di libero scambio con i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay) ad accendere la campagna.

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Continueremo a opporci all’accordo

Nonostante l’opposizione della classe politica francese e degli operatori agricoli, la Commissione europea, spinta da paesi come Germania e Spagna, sembra determinata a firmare entro la fine dell’anno questo patto che consentirà ai paesi dell’America Latina di vendere più carne di manzo, pollo o zucchero senza dazi doganali.

“Continueremo a opporci” all’accordo, ha assicurato domenica Emmanuel Macron, recandosi in Argentina prima del G20, cercando di “rassicurare gli agricoltori”.

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Lunedì a Bleu Besançon, la ministra dell’Agricoltura Annie Genevard ha detto di “comprendere la rabbia” degli agricoltori, sottolineando che il progetto di bilancio prevede “quasi 300 milioni di sgravi sociali e fiscali”.

Riconoscendo progressi come i prestiti garantiti dallo Stato, la FNSEA annuncia una mobilitazione fino a metà dicembre, con azioni prevalentemente simboliche, come quella prevista lunedì pomeriggio a Strasburgo sul ponte dell’Europa che collega Francia e Germania.

“Se altri hanno altre modalità di azione, vogliono usare la violenza o, come ho sentito, vogliono […] affamare Tolosa non è il nostro modo di agire”, ha avvertito domenica su BFMTV il direttore della FNSEA Arnaud Rousseau, distinguendosi da alcuni dirigenti del Coordinamento Rurale (CR, 2° sindacato agricolo).

Il CR ha scelto di attendere la realizzazione del suo congresso (martedì e mercoledì) per amplificare la sua mobilitazione. Promette “una rivolta agricola” con un “blocco dei trasporti alimentari” a partire da mercoledì nel Sud-Ovest se “non si noterà alcun progresso” nel dossier Mercosur.

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