Naïma Bel Allam è stata giudicata colpevole dell’omicidio delle sue figlie

Naïma Bel Allam è stata giudicata colpevole dell’omicidio delle sue figlie
Naïma Bel Allam è stata giudicata colpevole dell’omicidio delle sue figlie
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Ipotesi contro ipotesi. In assenza di certezze, l’evolversi degli scenari scalda da lunedì gli cervelli, di fronte ad un imputato attaccato alla sua verità. Nawal e Inès, le sue figlie di 11 e 12 anni, viste l’ultima volta nel dicembre 2016, secondo lei sono vive e vegete. La verità giudiziaria si schierò dalla parte dell’accusa, ancorata a…

Ipotesi contro ipotesi. In assenza di certezze, l’evolversi degli scenari scalda da lunedì gli cervelli, di fronte ad un imputato attaccato alla sua verità. Nawal e Inès, le sue figlie di 11 e 12 anni, viste l’ultima volta nel dicembre 2016, secondo lei sono vive e vegete. La verità giudiziaria si è schierata dalla parte dell’accusa, ancorata ad un’interpretazione opposta.

Senza prove che le due sorelle con disabilità multiple continuassero la loro esistenza presso terze persone fidate a cui la madre le avrebbe affidate, la loro morte è stata registrata dai giurati. Proprio come la responsabilità di Naïma Bel Allam, giudicata colpevole di duplice omicidio aggravato e condannata a 14 anni di reclusione penale.

“Da lunedì gli abbiamo chiesto di fornire la prova della vita”, ha ricordato il procuratore generale. Nel corso delle indagini gli è stato anche offerto di fornirlo tramite i suoi avvocati, con la garanzia che non sarebbero state effettuate ricerche. So benissimo che non ammetterà mai di aver potuto agire. La mia convinzione è che Naïma Bel Allam serva a una favola che modifica, migliora, adatta, secondo i risultati delle indagini. Per quello ? Se l’obiettivo è togliere i figli dagli istituti, poteva farlo, andare all’estero, nessuno l’avrebbe fermata. Non capisco la tesi che sostiene”, ha osservato Corinne Chateigner.

Convinto dell’esaurimento della madre, udibile di fronte all’accudimento in solitudine di figli con disabilità plurime che presentavano disturbi alimentari e comportamentali, il magistrato ha stabilito come fattore scatenante questa stanchezza morale e fisica, ratificata nella sentenza resa in serata.

Silenzio crudele

Tra i punti interrogativi, “un vuoto” da colmare per le parti civili. Me Virginie Belacel, legale della nonna e dello zio delle ragazze scomparse, lo ribadisce: “Siamo certi di una versione che non può essere quella corretta. Rimangono quattro domande: dove? Quando ? Come ? Per quello ? »

L’avvocato del padre di Inès e Nawal insiste: “Sono sette anni che non dorme più. Quello che è successo ? Questo silenzio è crudele e ci impone di ammettere l’impensabile: una madre devota può, in un dato momento, togliere una vita”, assicura M.e Sylvie Brussu.

Dopo quattro anni trascorsi in custodia cautelare, Naïma Bel Allam, sotto controllo giudiziario dal novembre 2021, è tornata in serata al suo luogo di detenzione.

“Una donna e una madre il cui sistema la rende presunta colpevole”, ha dichiarato Me Sophie Grolleau. È così facile accusare senza prove, Naïma Bel Allam non ha ucciso le ragazze, ha fatto il contrario. È il processo del sacrificio assoluto, dell’amore materno. » Il suo collega ha ammesso: «Può essere difficile comprendere la sua fobia delle istituzioni, ma chi siamo noi per giudicarla senza aver vissuto quello che ha vissuto lei? Potremmo criticarla per non aver indicato, almeno alla sua famiglia, dove si trovano i bambini… Nel suo schema, crede di non dover rendere conto alle persone che l’hanno lasciata sola”, ha osservato M.e Patrick Lamarca.

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