Moribondo da un anno e di fronte all'immensa disillusione per l'eliminazione ai Mondiali del 2023 in Francia, i Blues avevano bisogno di una spinta per andare avanti. Al di là del risultato, lo splendido scenario di questa vittoria contro la Nuova Zelanda (30-29) racchiude tutti gli elementi di un nuovo punto di partenza…
La vittoria del XV di Francia contro la Nuova Zelanda (30-29), questo sabato allo Stade de France, racchiude in sé mille cose e il suo scenario traballante: l'ansia del primo periodo, vedere i Blues così sconvolti dagli All Blacks tornare ai massimi livelli grazie alla loro coppia di potenza (esecuzione collettiva , in particolare, con qualità di supporto offensivo che a volte soffocavano il XV di Francia nelle lunghe sequenze); questi lampi di Bielle-Biarrey per spaccare la retroguardia avversaria, questa determinazione di Boudehent o di Gros ad arginare le onde e finalmentequesta partita che si ribalta dopo la sosta.
Gli azzurri hanno sofferto, hanno anche ceduto ma non si sono mai rotti. Prima di fare quello che sanno fare meglio: ribellarsi, rifiutare una forma di destino che sembrava imporsi a tutti e trasformare questa serata nell'irrazionale. Fino all'ultimo respiro, all'ultima goccia di sudore, all'ultimo battito cardiaco.
Rabbia, rabbia: lo scenario perfetto
Questo scenario mozzafiato, ben oltre il bilancio (terza vittoria consecutiva contro la Nuova Zelanda), è sicuramente ciò di cui più avevano bisogno i Blues per guardare finalmente avanti. Perché sì, i fantasmi del passato infestano ancora le mura del CNR Marcoussis.
Da un anno c'erano promesse, sull'ultimo quarto di finale del Mondiale perso di poco, in casa contro il Sudafrica (28-29). Che è stato digerito, dimenticato, accettato. Una benda di negazione su una ferita aperta che l'ultimo Torneo 6 Nazioni fallito non era riuscito a lenire, né la tournée argentina inquinata dagli affari. Un dolore sempre presente, come ha riconosciuto alla fine l'allenatore Fabien Galthié. “Thomas Ramos mi ha detto: “Quando abbiamo visto le immagini, ci ha fatto male”. I giocatori non avevano fatto questo lavoro di accettazione, di superamento, di digestione.”
Poi? Ci diciamo che ormai è cosa fatta, visto sabato e questa vittoria così speciale. Che al di là del risultato e delle analisi tattiche, questo successo contro la Nuova Zelanda racchiude tutto ciò di cui i Blues avevano profondamente bisogno: una montagna da abbattere; un momento emotivo forte, reale, che ha richiesto loro di attingere al massimo delle proprie risorse, nonostante i colpi del destino (gli infortuni) e un'avversità che per lungo tempo è sembrata loro superiore. Giurando a se stessi che ce l'avrebbero fatta, dimostrando a se stessi che ce l'avrebbero fatta. Questa rabbia, questa furia e questo rifiuto della sconfitta, fino a questi ultimi dolorosi minuti. “Uno scenario come questo dà molta gioia.” ha sorriso Antoine Dupont dopo il fischio finale. “Abbiamo tenuto la nostra linea, abbiamo difeso bene e sentivamo che potevamo contare l'uno sull'altro. È una sensazione davvero esaltante. Era molto forte al fischio finale”.
Tutto ciò è ottimo per la fiducia e per il futuro. È proprio l'anima in più evaporata in quella sera mortale dei Mondiali del 2023, poco più di un anno fa. Infine, è dietro. Infine, guardiamo avanti.
Argentina, una trappola del genere
Davanti c'è ovviamente il Torneo 6 Nazioni del 2025 e, più avanti, i Mondiali in Australia (2027). Prima, dalla prossima settimana, ci sarà l'Argentina. Per convalidare questo successo eccezionale contro la Nuova Zelanda e passare definitivamente alla parte giusta della loro storia, i Blues dovranno ancora trionfare su questi Puma venerdì prossimo. Una partita-trappola, quasi troppo grande per essere vera.
Innanzitutto c’è l’avversario. L'Argentina non ha la stessa aura degli All Blacks, incute sicuramente meno timore ma, quest'estate, ha appena sconfitto la Nuova Zelanda in casa (38-30)oltre ad aver pagato la testa dell'Australia e dei campioni del mondo sudafricani. Ci sarà quindi tanto talento da parte della squadra argentina.
C'è anche questo innegabile elemento di freschezza. Per chiudere questa sequenza di tre partite internazionali, i francesi beneficeranno di un giorno di recupero in meno rispetto all'avversario, battuto per niente il giorno prima (venerdì sera) sul campo dell'Irlanda (22-19)altro colosso di questa partita La prossima settimana per i Blues dovrebbe quindi essere dedicata soprattutto alla rigenerazione, per provare a colmare il gap.
Non sarà un lusso, sapendo che con i tanti giocatori già infortunati e assenti (Baille, Atonio, Cros, Ntamack, Depoortere, Penaud…), dovremo fare i conti con nuovi elementi colpiti, questo sabato contro la Nuova Zelanda ( stampella per Tatafu, protocolli di commozione cerebrale per Taofifenua e Boudehent). Per fortuna, con la vittoria ed un sorriso, spesso si recupera molto meglio…