Domenica 3 novembre è grigio a Roisel ma fa bel tempo per giocare a calcio in Piccardia. Divisione 4, 80e minuto, la mia squadra di Rosières-en-Santerre perde 8-1. La partita è finita, il nostro avversario è più forte, ma noi non molliamo. Il nostro numero 9, Flo, subisce un fallo clamoroso che non viene fischiato, se ne lamenta, senza violenza o volgarità. Viene chiamato fuori dall’arbitro che gli sgrida mentre cerca di spiegarsi. Flo si allontana, resta in silenzio e torna ad ascoltare l’arbitro che chiude l’episodio senza cartellino.
Ho assistito, in qualità di capitano, alla spiegazione, e ho fatto notare all’arbitro che non siamo lì per essere sgridati come un bambino di quattro anni che ha fatto qualcosa di veramente stupido. A questo punto, naturalmente, come se volessi convalidare le sue parole, mi sbottò: “Ogni giorno al lavoro ho problemi con persone di quel colore! ». Eh sì, non te l’avevo detto: Flo, Florian è nero.
Né uno né due, stordito, sconvolto da quanto appena sentito, mi dirigo verso gli spalti e verso la trentina di tifosi presenti. Suggerisco a gran voce di interrompere la partita. “L’US Rosières non proseguirà la partita per i commenti razzisti dell’arbitro”. La gente è sorpresa, ma capisce e vuole sapere cosa ha detto. Alcuni mi invitano a riconsiderare la mia decisione: “Avrai problemi con il distretto”, “Il vostro club avrà problemi”. È presente anche la paura del poliziotto calcistico.
Sicuro dei nostri diritti, continuo, è troppo grave. Non possiamo fermare le partite professionistiche per commenti razzisti sugli spalti e lasciare che queste parole dell’arbitro, rappresentante della Federcalcio francese in campo, dei suoi regolamenti e dei suoi valori passino. Sii esemplare in Ligue 1 e D4!
Quando ripeto agli spettatori, ai dirigenti del Roisel, quello che ha detto l’arbitro, la gente è d’accordo. Del « grazie »del «bravo», “hai ragione”. Uff! In questa città che ha votato per il 58% per Bardella alle europee e per il 60% per RN alle legislative, non accettiamo di ridurre le persone al colore della pelle, per sminuirle, disprezzarle, umiliarle. Mi aiuta il portiere del Roisel, che mi dice di aver sentito le parole dell’arbitro e accetta di testimoniare se necessario. Ci scambiamo i numeri.
Vorrei sottolineare il comportamento esemplare dei dirigenti, dei giocatori e degli spettatori del Roisel. La situazione nello spogliatoio a fine partita era molto tranquilla, tutti erano d’accordo. Arrabbiati alle urne ma non fascisti nella vita.
Rintanato nella sua stanza, sono andato dall’arbitro per controllare e firmare il referto della partita. Gli ho chiesto come avrei dovuto presentare il mio reclamo. Mi ha consigliato di inviare una mail alla Regione per giustificare la nostra volontà di interrompere la partita. Quello che ho fatto quella sera stessa. Sto aspettando che il caso venga trattato.
Il razzismo non è un’opinione, è un crimine!