Venerdì Alibaba ha riportato una crescita moderata dei ricavi, pari al 5%, nel secondo trimestre del suo sconcertante anno fiscale, mentre Pechino si sforza di incrementare la spesa interna in Cina.
Il colosso cinese della tecnologia e dell’e-commerce con sede a Hangzhou gestisce alcune delle piattaforme di shopping online più utilizzate in quel paese, rendendo la sua performance un indicatore della fiducia dei consumatori.
Il fatturato di Alibaba nel trimestre terminato il 30 settembre ha raggiunto i 236,5 miliardi di yuan (32,7 miliardi di dollari), ha dichiarato la società in una dichiarazione alla Borsa di Hong Kong. È in crescita del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“La crescita dei ricavi in questo trimestre è stata guidata da una migliore monetizzazione da parte di Taobao e Tmall Group… in linea con la nostra strategia, continuiamo a investire nelle nostre attività principali migliorando al contempo l’efficienza operativa”, ha affermato il CFO di Alibaba Toby Xu.
Ma questa cifra è inferiore alle previsioni di Bloomberg, che prevedeva una crescita dei ricavi su base annua del 6,5%.
L’utile netto è stato di 43,9 miliardi di yuan (6,1 miliardi di dollari), in aumento del 58% rispetto allo stesso periodo del 2023.
I dati coronano una settimana che ha visto segnali di ripresa dei consumi in Cina, compresi i forti risultati osservati durante l’annuale Giornata dei Single e la forte crescita delle vendite al dettaglio in ottobre, la più rapida da febbraio.
Sia Alibaba che il suo principale concorrente nazionale JD.com hanno riportato ottimi numeri nel Singles Day di quest’anno, anche se non hanno rivelato i totali dettagliati delle vendite.
JD.com ha registrato una crescita accelerata nel terzo trimestre, con ricavi in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente.
Sono segnali incoraggianti per Pechino, che nelle ultime settimane ha presentato le misure di sostegno più energiche degli ultimi anni per stimolare l’attività.
Le nuove politiche pubbliche includono un programma di conversione del debito per alleggerire il peso sui governi locali, riduzioni dei tassi ipotecari e l’eliminazione di alcune restrizioni sull’acquisto di case.
Alibaba, fondata dall’imprenditore Jack Ma nel 1999, ha lanciato lo scorso anno la più grande ristrutturazione della sua storia, dividendo il gruppo in sei entità separate e sostituendo il CEO Daniel Zhang.
La riorganizzazione è arrivata dopo diversi anni di turbolenze nel settore tecnologico cinese, con le autorità che hanno represso quello che un tempo era un settore poco regolamentato.
L’incertezza sullo sviluppo futuro dell’azienda persiste da quando gli alti dirigenti di Pechino hanno annullato l’IPO della sua divisione di servizi finanziari, Ant Group, nel 2020.
Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonti: ats/awp/afp