“So benissimo che è traumatico”: un’imboscata a un autista Uber, condannato il suo aggressore

“So benissimo che è traumatico”: un’imboscata a un autista Uber, condannato il suo aggressore
“So benissimo che è traumatico”: un’imboscata a un autista Uber, condannato il suo aggressore
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VSNon è niente, ti amo mamma!” Queste sono le parole pronunciate da Dylan L., 23 anni, dopo la decisione del tribunale penale di Tolone emessa questo venerdì.

Quattro anni di carcere per aver tentato di rubare, sotto la minaccia di una pistola, un veicolo la sera del 7 novembre 2023 a La Valette-du-Var.

Siamo andati a La Valletta per mangiare un boccone e ho ordinato un veicolo con autista“, riferisce l’imputato, domiciliato a La Garde.

Il suo fratellino salì sul lato del passeggero e Dylan tirò fuori una pistola semiautomatica. Lo appoggiò sulla tempia dell’autista.

Piedini nichelati

Mi ha chiamato “Sbirra musulmana””ha osservato Moussa (il nome è stato cambiato), gli ha ordinato di scendere dal suo veicolo.

Dylan si mise al volante, mentre puntava la pistola contro la vittima. Il padre ha implorato di salvarsi la vita prima di tentare, disperato, di afferrare il braccio che impugnava la pistola.

Dylan ha messo la retromarcia ma non è riuscito ad andare nella direzione opposta. “Che diavolo è questa macchina?

I rapinatori si sono accorti anche che l’abitacolo era dotato di telecamera prima di rinunciare a rubare l’auto.

Un imputato dispiaciuto

Moussa si è precipitato nel suo veicolo ed è scappato prima di dare l’allarme.

Le impronte rilevate sull’arma – carica di munizioni a salve – lasciata sul sedile del passeggero hanno permesso di identificare Dylan. Questa perizia ha dimostrato che anche suo fratello ha maneggiato la pistola.

Per noi, gente in viaggio, quando ci sono i compleanni con cui tutti scattiamo“, insiste Dylan per scagionare il fratello minore (che è andato al tribunale dei minorenni). “Non ne era consapevole [de mes intentions] e mi ha detto di fermarmi quando ho tirato fuori la pistola…

So benissimo che è traumatico“, riconosce l’imputato, fingendo di rammaricarsi dell’assenza della vittima al processo.”gli avrei chiesto scusa…

Questo regolare tribunale (questa è la sua nona condanna) ci assicura: “Ho deciso di prendermi cura di me stesso.

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