Il Mudec ospiterà fino al 15 dicembre 2024 gli scatti dell’italiano Davide Monteleone e della brasiliana Fernanda Liberti, vincitori del Premio Deloitte, appuntamento imperdibile per la fotografia contemporanea.
Guidati dal tema dell’edizione 2024 “Possibilità”i fotografi sono stati invitati a riflettere sul potenziale di cambiamento e trasformazione offerto dalle sfide del presente, sia personali che storiche.
Il progetto vincitore Minerali critici – Geografia dell’energiadi Davide Monteleone, presentato dal gallerista e curatore Pierre André Podbielski, è un viaggio visivo che esplora le trasformazioni del panorama energetico globale verso le fonti rinnovabili. Si tratta di un’esplorazione ponderata delle possibilità che questi cambiamenti rappresentano e invita il visitatore a pensare alle narrazioni geopolitiche, sociali e ambientali intrecciate che emergono dalla crescente domanda di energia rinnovabile.
Davide Monteleone è un artista visivo, ricercatore e National Geographic Fellow, il cui lavoro spazia dalla creazione di immagini al giornalismo visivo, dalla scrittura ad altre discipline. Temi ricorrenti nel suo lavoro sono la geopolitica, la geografia, l’identità, la ricerca e la scienza.
Le sale del Mudec Photo accolgono così per la prima volta più di 30 immagini del fotografo preso in considerazione “uno dei più grandi rappresentanti della fotografia contemporanea che ha saputo rinnovarsi proponendo un approccio davvero rivoluzionario”spiega Denis Corti, direttore artistico del premio Deloitte.
La mostra è completata da una componente video pensata per intensificare l’esperienza immersiva, con suoni, voci e paesaggi suggestivi che trasportano il visitatore in una dimensione sensoriale unica.
Polvere da casales clichés de Fernanda Liberti au Mudec
Oltre al vincitore della categoria dedicata ai fotografi professionisti, la mostra accoglie il progetto di Fernanda Liberti (1994), vincitrice della categoria Open Call del 2023, che, dopo un anno di lavoro, si conclude con “Polvere di casa”. Questo progetto si ispira alle storie di migrazione della sua famiglia, di origine siriana, italiana e albanese, e agli archivi fotografici di famiglia per costruire un viaggio iconografico che collega paesaggio, memoria, nostalgia, patrimonio e politica territoriale.
La mostra è inoltre arricchita da una panoramica del progetto di Fabiola Ferrero, dal titolo “Regine”, vincitore della Open Call 2024 riservata ai fotografi under 35. Il progetto si concentra su due aspetti dell’identità venezuelana: la produzione di petrolio e la bellezza delle donne.