un programma così costoso che la Marina Militare lo sfoltisce

un programma così costoso che la Marina Militare lo sfoltisce
un programma così costoso che la Marina Militare lo sfoltisce
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Le promesse della Marina militare svaniscono man mano che la campagna avanza. Alla vigilia del fine settimana, Jordan Bardella ha insistito pesantemente sulla situazione degradata delle finanze pubbliche, lasciando intendere che il programma di Marine Le Pen non sarebbe applicabile Alla lettera mancanza di mezzi. Il presidente della RN immaginava addirittura che la situazione sarebbe stata peggiore di come appare oggi: “Sono certo, quando arriveremo al capo dello Stato, scopriremo tanti dossier negli armadi”, ha fantasticato su BFMTV venerdì. Un modo per evacuare le promesse insostenibili del suo partito o per impedire la sanzione dei mercati.

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Senza proporre la minima novità, né la minima economia, Bardella si è tirato indietro seno morire diversi impegni, tra cui l’esenzione fiscale per gli under 30 e lo sconto sugli aumenti salariali fino al 10%, e restava poco chiaro il ritorno all’età legale di 60 anni per la pensione, la storica promessa di Marine Le Pen. Non si sente più parlare di riduzione dell’Iva su 100 prodotti essenziali o di nazionalizzazione delle autostrade. Il progetto del candidato all’Eliseo per il 2022 era stato stimato dall’Istituto Montaigne in una cifra esorbitante di 120 miliardi di euro, questa volta sarà sicuramente inferiore.

Il partito di estrema destra, però, non ha rinunciato a misure molto costose e discutibili. In caso di vittoria alle elezioni legislative, a partire dall’estate intende ridurre l’IVA su carburante, olio combustibile, gas ed elettricità. Una misura che dovrebbe sostenere il potere d’acquisto dei più modesti, anche se a trarne vantaggio sarebbero soprattutto le categorie più agiate, quelle più consumatrici, come ha dimostrato il lavoro della Corte dei Conti. Il passaggio dall’aliquota IVA normale (20%) a quella ridotta (5,5%) sarebbe previsto in una legge finanziaria di modifica presentata a luglio. Il suo costo di bilancio è stimato da Bercy a 16,8 miliardi di euro per un anno intero.

Il progetto 2022 di Marine Le Pen, allora candidata all’Eliseo, era stimato in una cifra esorbitante di 120 miliardi di euro.

Anche il Senato dominato da LR o una commissione mista devono convalidare questo progetto, ben sapendo che è contrario alle regole europee. Infatti, le aliquote IVA sono armonizzate tra gli Stati membri, per evitare il dumping. I prodotti e i servizi che hanno diritto alle tariffe ridotte sono inclusi in un elenco negoziato tra i paesi dell’UE: cibo, medicinali, libri, ecc. L’ultima trattativa, nel 2022, ne ha escluso i combustibili. Infatti, un impulso alla benzina senza piombo o al Diesel sarebbe in contraddizione con gli imperativi della decarbonizzazione e con l’obiettivo di vietare i nuovi veicoli termici nel 2035.

Il rischio di sanzioni e multe

Di conseguenza, una riduzione dell’IVA sulla benzina in Francia richiederebbe un accordo da parte di altri Stati membri o una deroga temporanea da parte della Commissione europea, il che sembra altamente improbabile. Uno scenario più probabile è che la Francia rischi di esporsi a una procedura sanzionatoria che potrebbe sfociare in una multa. Queste non sono le uniche misure costose, tutt’altro. Il leader della RN ha sostenuto, per una domanda “in una seconda volta”, l’idea di rivedere la riforma delle pensioni. L’età legale scenderebbe a 60 anni per le carriere lunghe (iniziate prima dei 20 anni) con 40 anni di contributi.

Per le persone che hanno iniziato a lavorare dopo 20 anni, sì “una progressività”, vale a dire un’età legale più elevata, che era già nel programma RN nel 2022. Sarà un massimo di 64 anni come oggi, o di 62 anni? Due anni fa, Marine Le Pen intendeva mantenere una partenza a 62 anni per coloro che avevano completato studi lunghi. Il costo è stato stimato dall’Istituto Montaigne in 26,5 miliardi di euro (9,6 miliardi secondo la RN). Sembra che Jordan Bardella abbia indebolito le ambizioni del suo capo, o abbia proposto una cifra dubbia, stimando su BFMTV che il costo del sistema sarebbe limitato a 1,6 miliardi di euro.

Come verranno finanziate queste misure? Sebbene rivista al ribasso, la spesa della Repubblica Democratica del Congo farà deragliare ulteriormente i conti pubblici, esponendo il paese a tassi di interesse più elevati o ad aumenti fiscali non riconosciuti e, come la sinistra, metterà in pericolo l’unità dell’UE. Il partito promette che otterrà entrate aggiuntive con la lotta alle frodi (guadagni sempre incerti) e che taglierà le spese legate all’immigrazione come l’AME (1,2 miliardi). È sempre stata la sua martingala finanziaria…

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