Da più di un anno, l’esercito israeliano conduce una lotta spietata contro Hamas nella Striscia di Gaza, che assomiglia ad una guerra contro i civili. Il miserabile territorio ha subito immense distruzioni e i morti continuano a seguire i bombardamenti quotidiani senza che il mondo reagisca.
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Giornalista presso la divisione Internazionale
Di Baudouin LoosPubblicato il 13/11/2024 alle 18:51
Tempo di lettura: 3 minuti
BStriscia di Gaza, novembre 2024. I giornalisti stranieri sono ancora banditi dall’occupante israeliano, ma le informazioni lasciano il piccolo territorio. Ogni giorno. Grazie ai giornalisti di Gaza, anche se decimati (più di 130 uccisi in un anno), grazie ai video inviati dalla popolazione, grazie alle agenzie dell’ONU o grazie alle poche ONG presenti sul terreno. E queste informazioni risultano sconcertanti. A capo del Consiglio norvegese per i rifugiati, Jan Egeland, ex ministro ed ex diplomatico, ha potuto recarsi lì e il 6 novembre ha twittato: “Ho visto una distruzione oltre ogni immaginazione, da Rafah a Gaza City. La distruzione di un’intera società di oltre 2 milioni di persone, in un territorio piccolo e densamente popolato. Questa non è in alcun modo legittima difesa. »
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