“Marianne” ha appena pubblicato un’inchiesta dal titolo “Scuole d’arte, tra wokismo e conformismo”. Prendendo spunto (molto critico…) da un panorama della creazione giovane presentato a La Villette, “100% l’Expo”. Per approfondire questo racconto, il nostro reporter Thomas E. Florin è andato a incontrare alcuni studenti della prestigiosa scuola sulle rive della Senna, a Parigi.
Ma cosa hanno fatto “gli artisti” (nome generico) per farci arrabbiare così tanto con loro? Abbiamo sempre avuto da rimproverargli: sono stati di volta in volta atei, liberali, degenerati, omosessuali, repubblicani, parassiti, stranieri e talvolta anche ebrei… Non biasimarli più! “Artista”, una parola problematica? diventando, o prova a diventarlo, Eppure si tratta di tanti problemi per poco, e viene da chiedersi perché i giovani intraprendano ancora studi così lunghi quando, come il 57% dei giovani americani, potrebbero semplicemente sognare di diventare influencer…Situati all’ultimo gradino della scala sociale – il 57% dei giovani diplomati alle scuole d’arte guadagna meno di 15.000 all’anno (ricordiamo che la soglia di povertà è di 13.896 euro) – gli artisti sono tuttavia ai primi posti dell’attenzione critica e istituzionale…
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