In diretta da Ismaël Boudjekada: Provocazioni e polemiche in diretta sul canale

In diretta da Ismaël Boudjekada: Provocazioni e polemiche in diretta sul canale
In diretta da Ismaël Boudjekada: Provocazioni e polemiche in diretta sul canale
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Un estratto dell’ultimo live di Ismaël Boudjekada, trasmesso dall’account La donna Azadi su Xha acceso i social network ed è stato ampiamente trasmesso e commentato su Internet. In questo video, l’eletto di Grand-Charmont commenta, con semplicità e con la sua consueta disinvoltura: il linciaggio dei tifosi ebrei dopo la partita Ajax-Maccabi Tel-Aviv ad Amsterdam. Commenti incendiari, condanne per favoreggiamento del terrorismo e provocazioni ripetute: Ismaël Boudjekada mette alla prova i limiti della Repubblica. Uno sguardo alle dichiarazioni esplosive che mettono in discussione la responsabilità politica e la tolleranza di fronte agli eccessi.

Analisi di un video incriminante che rivela un odio disinibito

Ismaël Boudjekada, rappresentante eletto di Grand-Charmont nel Doubsquesta non è la sua prima uscita turbolenta. Recentemente si è distinto apparendo in un video condiviso dall’account Femme Azadi su X. Riguardo ai fatti di Amsterdam, ha dichiarato senza ambiguità: “Penso che non ne abbiano preso abbastanza. Questo è tutto, non dirò altro. » Queste parole non sono quelle di un semplice osservatore, ma di un uomo investito di responsabilità politica. In una democrazia in cui le parole hanno un peso, questa frase ha il merito di ricordarci che alcuni funzionari eletti sembrano avere un approccio abbastanza personale al discorso pubblico.

“Sai una cosa? Registra il baltringue che sei. Vorrei essere ad Amsterdam per gestirne alcuni. » Come può un rappresentante della Repubblica fare un simile discorso senza allarmare la nazione?

Amico delle cause estreme, ma a quale prezzo?

Boudjekada va oltre, evocando la sua vicinanza a figure dell’estremismo. Dichiara, non senza orgoglio: “Guarda, questa foto ti fa venire le emorroidi. Io, in compagnia del numero 3 di Hamas. – Sono tutti morti, fermati. – Questo ragazzo è vivo e vegeto e lo incontrerò tra qualche settimana. » Questi commenti non sono più solo incoscienza, ma un’autoproclamata dimostrazione che sfuma il confine tra sostegno ideologico e impegno problematico. Cosa dovremmo pensare quando un funzionario eletto francese si vanta dei rapporti con figure legate al terrorismo?

Nelle sue dichiarazioni non si preoccupa degli eufemismi: “La stessa Francia è afflitta dal cancro sionista. » Un’affermazione che, se vuole essere provocatoria, richiama la necessità di garantire che il discorso pubblico non diventi un vettore di divisione. Il dibattito politico, per quanto vivace possa essere, non deve alimentare tensioni comunitarie già sensibili.

Ismaël Boudjekada e il suo presunto disprezzo per le istituzioni

In questo estratto Ismaël Boudjekada non usa mezzi termini: “E tu non conosci i ragazzi. Ad un certo punto, quando sarai giudicato dalla carne di maiale, Come ti aspetti che ci influisca quando veniamo giudicati da maiali come te? Il tuo grande khabib migliore, la tua nuova deputata Halloufa, alias Caroline Yadon. » Una dichiarazione che, per forma e contenuto, invita a chiedersi se questa strategia dell’eccesso serva davvero a convincere o semplicemente a dividere. E poi c’è questa uscita che suona come una sfida a chiunque osi contraddirla: “Ti stiamo tutti infastidendo tanto quanto te. E fai fatica a capire che oggi abbiamo vinto la battaglia delle opinioni. » Il rispetto si è preso una lunga vacanza.

Tweet dal tono provocatorio

In un tweet indirizzato alla deputata Caroline Yadan, ha scritto: “Silenzio di @CarolineYadan sull’arresto di 2 dei nostri gendarmi da parte dell’entità sionista. È vero che non possiamo pompare Israele a questo punto e comunicare con la bocca piena. È necessaria un’azione contro i nostri nemici interni. Porto il mio incrollabile sostegno ai nostri militari. » Quando l’insinuazione si mescola all’insulto, È difficile non vedere la provocazione come una strategia. Lungi dall’essere un dibattito polemico, questo tipo di dichiarazioni la dice lunga sul tono e sulle intenzioni. Questo tweet, al di là del suo contenuto, rivela un manifesto disprezzo et ricorda che se la parola è libera, non è esente da responsabilità.

Allo stesso modo, frasi “Anche se sei in Israele ti riporteremo indietro, ma non sei pronto” et “Se dobbiamo pagare caro, caro, caro, per venirti a prendere lì, verremo a prenderti lì. E poi puoi piangere. Ah, è un pogrom” colpire con la loro violenza. Il caso Ismael Boudjekada ci ricorda che la libertà di espressione, se brandita senza coscienza e senza responsabilità, può diventare uno strumento di discordia.

Il pesante passato giudiziario di Ismaël Boudjekada

Non è la prima volta che si parla del prescelto. Nel giugno 2024 è stato condannato a 20.000 euro di multa et tre anni di ineleggibilità per favoreggiamento del terrorismo dopo aver acclamato Hamas come a “Movimento di resistenza palestinese”. Nonostante questa sanzione, Boudjekada persiste e firma, arrivando addirittura a rendere omaggio al leader di Hamas, Yahya Sinouar, definendolo “eroe”.

Francia-Israele: una partita tesa, all’ombra di Amsterdam

Il 14 novembre 2024, lo Stade de si prepara ad ospitare un incontro segnato da particolare attenzione: la partita della Nations League tra Francia e Israele, in programma alle 20:45. Sullo sfondo delle violenze avvenute ad Amsterdam. Per evitare uno scenario simile, il governo ha implementato un sistema di sicurezza rafforzato, come riportato da francetvinfo. Il parallelo con la situazione francese non è infondato. Con l’avvicinarsi della partita Francia-Israele, ci si interroga sulla capacità delle autorità di prevenire qualsiasi eccesso. La memoria collettiva non ha dimenticato la sera del 13 novembre 2015quando le prime detonazioni degli attentati terroristici risuonarono attorno allo Stade de France durante una partita Francia-Germania, provocando la morte di un passante e il ferimento di 63 persone. Questo tragico episodio risuona ancora come un amaro ricordo delle vulnerabilità che esistono, anche in luoghi che dovrebbero essere sicuri.

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