L’intelligenza artificiale, l’AI, è assolutamente ovunque nella nostra vita quotidiana: nei nostri smartphone e assistenti intelligenti, sui social network o anche in settori come l’industria, i trasporti e il marketing. Un’onnipresenza che solleva la questione del suo impatto sul cambiamento climatico.
Si stima che circa l’1% della popolazione mondiale utilizzi ChatGPT quotidianamente. Ma le risorse energetiche e soprattutto l’elettricità, necessarie per il suo funzionamento, sono semplicemente colossali.
La settimana scorsa, Google ha annunciato che puntava sull’energia nucleare per avere risorse elettriche sufficienti per far funzionare la sua intelligenza artificiale. Un annuncio che solleva la questione dell’impronta ambientale dell’IA. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, infatti, l’intelligenza artificiale oggi consuma lo 0,03% del consumo globale di elettricità.
Ad esempio, una domanda posta a un’intelligenza artificiale generativa come ChatGTP consuma 10 volte più energia di una ricerca su Google. Le tre principali cause dell’impatto ambientale sono: i materiali (metalli rari e molto inquinanti), una quantità fenomenale di acqua (per raffreddare i server) e un notevole consumo di energia elettrica con inquinamento ed emissioni di CO2.
In termini di risorse, il funzionamento di ChatGPT richiede due centrali nucleari. “La stessa tecnologia digitale ha già superato le emissioni di gas serra e ha superato l’aviazione civile a livello globale.“, afferma Olivier Vergeynst, direttore dell’Istituto belga per la tecnologia digitale responsabile. “In generale, l’IA generativa consumerà molto più di quanto utilizziamo quotidianamente. In genere, se esegui una ricerca su Google o una ricerca tramite ChatGPT, consumerai dieci volte di più tramite l’intelligenza artificiale generativa. Questo verrà moltiplicato per altri 100 se generi immagini o video.“
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