perché la manutenzione della rete aumenta le bollette dei consumatori

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In un cantiere di manutenzione della rete del gas, rue François-Mitterrand, a Nevers, nel febbraio 2023. PIERRE DESTRADE/PHOTOPQR/JOURNAL DU CENTER/MAXPPP

Ancora una volta, l’imminente aumento della bolletta del gas delle famiglie francesi promette di alimentare il dibattito politico: tale aumento avverrà tra i due turni delle elezioni legislative anticipate, previste per il 30 giugno e il 7 luglio.

Lo ha annunciato la mattina di lunedì 10 giugno, all’indomani delle elezioni europee, la Commissione per la regolamentazione dell’energia (CRE): il prezzo di vendita del gas di riferimento aumenterà significativamente (+11,7% in media) a partire da 1ehm Luglio, tasse incluse, rispetto al mese precedente. Secondo questo calcolo la fattura annuale ammonterà quindi a 1.184 euro “per un consumatore medio”, precisa il regolatore. Molto più che a giugno, ma… meno che a gennaio (- 3,5%), mette la situazione in prospettiva.

È sempre più o meno nello stesso periodo, mese dopo mese, che l’autorità amministrativa indipendente comunica il suo prezzo di riferimento. Questo “non costituisce di per sé un’offerta di fornitura”, ricorda. Questo valore, pubblicato “Solo a scopo informativo”, dovrebbe piuttosto consentire di destreggiarsi nella giungla dei prezzi. Ma non garantisce alcuna tutela contrattuale agli utenti, a differenza del prezzo regolamentato di vendita del gas, scomparso nell’estate del 2023, ritenuto contrario al diritto europeo della concorrenza.

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Somme stanziate che andranno al bilancio della GRDF

La variazione del prezzo di riferimento può anche essere indicativa, ma ha comunque un effetto diretto. Nel mercato liberalizzato i fornitori indicizzano parte delle loro offerte a partire da questo importo. Circa 11 milioni di clienti, residenziali e non, sono ancora abbonati al gas (riscaldamento, cucina o acqua calda sanitaria). Classicamente la loro somma si scompone in tre elementi: innanzitutto la fornitura di energia in quanto tale, ma anche l’utilizzo delle reti per trasportarla, nonché le tasse.

Il rimbalzo dell’1ehm Luglio era atteso già da diversi mesi. Questa volta, infatti, è un po’ particolare: si spiega più con le spese legate alla manutenzione e all’esercizio delle reti del gas, che con il costo di questa energia in sé – anche se, nelle ultime settimane, anche questa torna indietro su.

Le spese per le infrastrutture sono considerate pedaggi. Nel gergo si parla di “accesso di terzi alla rete di distribuzione”. Sono previsti per un periodo che durerà fino al 2027. La CRE li aveva calibrati a febbraio.

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Queste somme stanziate andranno al bilancio della GRDF, gestore nazionale della rete di distribuzione nel paese. L’impresa è interamente controllata da Engie (ex GDF), di cui lo Stato resta il maggiore azionista. Per i prossimi anni prevede una spesa media di 1 miliardo di euro all’anno, di cui la metà per l’ammodernamento e la modifica delle strutture. Seguono i costi per nuovi allacciamenti e altri specifici per il biometano, cioè il gas “verde” prodotto localmente.

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